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    Atalanta, Pessina: 'Contro il Real mi ha aiutato mia nonna! Durante la gara a Kroos ho detto...'

    Atalanta, Pessina: 'Contro il Real mi ha aiutato mia nonna! Durante la gara a Kroos ho detto...'

    Studia economia all'università, ha appena conquistato l'accesso in Champions da titolare nell'Atalanta e sarà nel gruppo dell'Italia all'Europeo: il tuttofare Matteo Pessina, centrocampista e trequartista dell'Atalanta, sta vivendo il suo momento d'oro. Insieme a Cronache di spogliatoio ha scritto una lettera spiegando come concilia la vita da studente a quella da calciatore: "Se ho più tensione alla vigilia di una sfida di Champions o prima di un esame? Come ho detto, ho assimilato fin da subito il concetto di angoscia. Mi piace vivermi l’elettricità di certi momenti e sfruttarla a mio vantaggio".

    I CONSIGLI DELLA NONNA- "Penso a mia nonna e a Toni Kroos. «Cosa hanno in comune?», vi interrogherete voi. Senza gli insegnamenti di mia nonna non avrei mai trovato la facilità nel preparare una partita contro il Real Madrid. Lei era professoressa nel primo liceo che ho frequentato. Quando sono entrato io, dopo le medie, lei era già in pensione. Insegnava latino, e infatti andavo fortissimo. Non che avessi bisogno delle sue ripetizioni, ma il potenziamento che facevamo insieme il pomeriggio prima del compito era fondamentale. Conosceva i professori, erano stati suoi colleghi, e conoscendoli si immaginava quali versioni avrebbero proposto. Ci fu un giorno, in particolare, in cui mi seguì in un testo di Seneca. Il mattino seguente, il compito era proprio quello! Lo consegnai in 10 minuti e il prof sbalordito mi chiese: «Pessina, ma come diavolo hai fatto?!». La mia risposta fu lapidaria: «Semplice prof, l’ho fatto ieri con mia nonna».

    LA MAGLIA DI KROOS- Ho appreso come modellare tutti i particolari di una determinata situazione. Quindi, quando mi sono trovato in mezzo a quei due, Modric e Kroos, ero già allenato mentalmente. Toni è uno dei miei idoli. E poi… come la fanno girare loro, nessun altro. Sono a quel livello da un decennio, formidabili. C’è stato un attimo, nel secondo tempo, in cui il pallone è terminato fuori e sono entrati i medici per soccorrere un calciatore del Real. Mi sono avvicinato e gli ho detto spontaneamente in inglese: «Ciao, devi sapere che per me sei uno dei giocatori più forti in circolazione. Io mi ispiro a te, ci tenevo a dirtelo». Lui mi ha ringraziato con grande stile. Dopo la partita è venuto a cercarmi negli spogliatoi per regalarmi la sua maglietta, scambiandocela. Era rimasto colpito".

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