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Percassi si racconta: tra politica, Starbucks e passione per il calcio. E su un'eventuale cessione dell'Atalanta...
SULL’ECONOMIA ITALIANA – “Dipende dalla politica e in questo momento tutte le istituzioni internazionali stanno guardando l’Italia con attenzione. E’ un periodo delicato per l’Italia, speriamo che vada tutto bene”.
SULLA SUA AZIENDA, ODISSEA – “Abbiamo una buona reputazione finora. Se sbagli, però, sei finito, perché i direttori generali delle multinazionali si conoscono tutti fra di loro”.
SULLE CHIUSURE DOMENICALI DEI NEGOZI - "Provocheranno licenziamenti. Il 20-25% dei ricavi dei centri è realizzato la domenica".
SU BENETTON – “Vedevo le file davanti ai negozi. Ho deciso di investire tutto quello che avevo risparmiato con il calcio nell’apertura del primo Benetton a Milano. Avevo 23 anni”.
SUL RITIRO DAL CALCIO GIOCATO – “Qualche mese dopo il mio ritiro sono venute tre-quattro squadre a chiedermi di rientrare, ma durante il colloquio con una abbastanza importante ho capito che non mi interessava più”.
Il calcio rimane comunque la più grande passione di Antonio Percassi: “Ti fa fare cose che per un’altra azienda non faresti mai”.
Su un’ipotetica futura cessione dell’Atalanta dice: “Non ci abbiamo mai pensato”.
SU COME E’ CAMBIATO IL CALCIO – “Anche ai miei tempi per essere calciatori era un bel vivere, ma i contratti erano di anno in anno: se andavi bene eri confermato, altrimenti toccava a te trovare una squadra. Non come adesso, contratti di tre, quattro, cinque anni…Ma è una altro mondo a livello internazionale, con l’arrivo dei russi, dei cinesi, degli arabi. E’ giusto così”.
SULL’ATALANTA – “Speriamo di salvarci. Piena fiducia in Gasperini, abbiamo appena rinnovato il contratto, rimarrà con noi”.
SULL’EUROPA LEAGUE – “Siamo usciti immeritatamente, sono dispiaciuto”.
Percassi conclude l’intervista parlando del suo costante investimento nei giovani italiani: “Penso sia importante e nel nostro paese ce ne sono molti”.