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    Atalanta, la favola Cissè: dai gol in seconda categoria al sogno Europa, in due mesi

    Atalanta, la favola Cissè: dai gol in seconda categoria al sogno Europa, in due mesi

    • Marina Belotti
    Una maglia rossa per sognare. E per segnare: fino a due mesi fa, a fine gennaio 2022, Moustapha Cissè indossava il colore della passione nell’area piccola dell’ASD Rinascita Refugees guidata da Antonio Palma. Guineano, l’eroe della serata falsinea che d’improvviso ha fatto ritrovare all’Atalanta il quinto posto europeo, diciannove anni fa era ancora nel pancione. Nato il 14 settembre del 2003, il sorriso aperto e giovane di chi tira a calci al pallone rincorrendo un sogno che fino al 23 febbraio, quando gli scout nerazzurri l’hanno notato portandolo a Bergamo, deve essergli sembrato irraggiungibile.

    LA SVOLTA- Un po’ come la vittoria di ieri sera all’Atalanta, mentre le barricate rossoblù la trascinavano a un altro inevitabile 0-0 per i spunti assenti sotto porta. Ma poi è entrato il jolly d'area, la carta della vittoria, con quelle treccine nere ha ricordato Zapata: un po’ la fame da ragazzo desideroso di mettersi in mostra e un po’ il talento indiscusso gli hanno permesso di decidere la partita. Pessina e Demiral l’hanno portato in spalla, in trionfo, al Dall’Ara, Scalvini gli ha dedicato una storia sui social e l’ha convinto subito ad aprirsi un profilo Instagram: c’è il suo nome e cognome accanto al 99, il suo numero portafortuna che indossa sulla schiena.

    LE CARATTERISTICHE E IL BOOM IN PRIMAVERA- Sembra già un classe 1999 per come si muove tra le linee, per come invade gli spazi, si butta senza paura all’attacco e mira la rete con coraggio. Invece, ha quattro anni in meno. Invece fino a due mesi fa giocava nella squadra di Seconda Categoria di Copertino, un paese in provincia di Lecce, insieme agli altri calciatori richiedenti asilo e ospiti dei progetti Sprar: tutti dilettanti stranieri, un solo italiano. L’Atalanta ha capito subito le sue potenzialità e a febbraio l’ha comprato: a mister Brambilla è sbocciato un fiore nella sua Primavera. Tre reti in tre partite, 38% di partecipazione al gol in 58% dei minuti giocati. E ieri, la sua magia, l’ha fatta dopo soli 17’: mister Gasperini, sempre molto attento ai giovani del suo vivaio, ha captato subito che quel ragazzone poteva dare una grossa mano alla sua Dea senza idee e senza Duvan. 

    LA STORIA- Arrivato a sedici anni in Italia, il ragazzo proviene da Conakry, la capitale della Guinea, e dare calci al pallone nei campi abbandonati vicino a casa e per strada gli è sempre servito a distrarsi da una vita difficile e a sfogarsi per la scomparsa del padre. Anche in Africa si faceva notare, ma nessuno era disposto ad investire in lui. Due anni fa la svolta nel Salento, proprio a Copertino, dove un tecnico senegalese, il 42enne Niang Baye Hassane, lo inserisce nei suoi programmi di mediazione linguistica e progetti di accoglienza. Tra i quali, l’ASD Rinascita Refugees, dove la voglia di rinascere unita alla supremazia atletica e all’istinto del gol, convincono gli scout orobici a investire su Cissé. Il suo sogno è appena iniziato: dopo la Serie A c’è l’Europa. Si sta già allenando accanto ai veterani nerazzurri nelle vigilie delle partite del giovedì.

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