Atalanta, Gasperini: 'Mi sono sentito come un morto che cammina. All'Inter nessuno ha tempo...'
L'allenatore dell'Atalanta Gian Piero Gasperini ha rilasciato una lunga intervista a L'Eco di Bergamo. "Ad un certo punto mi sono sentito un 'morto che cammina': a Pescara col Crotone c'erano tutti i dirigenti, di ogni genere, proprio come capita in ogni buona famiglia quando si va ad un funerale - ha raccontato il tecnico dei nerazzurri -. Era tutto pronto, anche i fiori... Quel 3-1 è sembrato un atto dovuto, non una bella vittoria in trasferta. E invece vedrete che il Crotone si giocherà le sue chance, fino a maggio. Io durissimo a fine partita? Solo perché poi volevo spiegare al club quale sarebbe stata la mia strada. A fine gara, a Pescara, il presidente Percassi mi ha detto: 'Mister, lei ha attributi enormi. Oppure è matto'. La gara contro il Napoli? Ho avvisato il presidente su chi avrebbe giocato. L'avevo deciso da tempo era giusto che sapesse. Il resto l'ha fatto il campo. Sapevo benissimo che se avessimo fatto schifo o perso male per i Percassi sarebbe stato inevitabile prendere delle decisioni. Un allenatore ha il vantaggio di vedere ogni giorno gli allenamenti: io ho percepito, in quel momento di isolamento assoluto, di aver trovato la quadra del cerchio. Era questione di tempo, sapevo che ci sarei arrivato. Obiettivo per Natale? Beh, restare tra le prime otto non sarebbe male. L'Europa? Non è logico parlarne adesso, dopo 12 partite. Se resto all’Atalanta l'anno prossimo? Guardi, io ho una certa età e non sono un maniaco dei soldi, quindi a questo punto della vita guardo le soddisfazioni personali. Ed è molto difficile trovare posti migliori di questo per lavorare. Poi magari domani arriva un cinese con l'offerta folle (ride, ndr). Scherzo. Qui si lavora molto bene. Più tempo per lavorare rispetto all'Inter? Il tempo è tutto per un allenatore: all'Inter non ce l'ha nessuno mi pare, neppure oggi, tanti anni dopo...".