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    Atalanta, ancora Gasperini: 'Mi preoccupa l'enfasi data alla difesa a quattro...Juve-Napoli? Meglio due feriti che un morto. Italia? Mancano i test con le grandi'

    Atalanta, ancora Gasperini: 'Mi preoccupa l'enfasi data alla difesa a quattro...Juve-Napoli? Meglio due feriti che un morto. Italia? Mancano i test con le grandi'

    Il tecnico dell'Atalanta Gian Piero Gasperini durante la sosta delle nazionali pensa in grande e a L'Eco di Bergamo che l'ha intervistato svela col sorriso: "Un mio record che mi piacerebbe ritoccare? Magari... il terzo posto?".

    SENZA PAPU E CON MENO ILICIC- La sua Atalanta sta viaggiando alla grande nonostante manchi un pilastro- Gomez- e un altro si veda a sprazzi-Ilicic. L'avrebbe detto, a inizio stagione? "Diciamo che si tratta di un'evoluzione naturale, ce ne sono state tante altre in questi anni". Ne ha risentito però il più basso livello tecnico, fatto di cui tener conto nel prossimo mercato: "Ma io passavo per matto quando chiedevo quel tipo di giocatore... Comunque adesso abbiamo altre caratteristiche, siamo comunque il secondo attacco. Da qui alla fine davanti dovranno fare la differenza, ma sarà possibile solo se la squadra saprà confermare la sua grande solidità".

    JUVE-NAPOLI (E LE ALTRE)- "Sempre meglio due feriti che un morto. I 78 punti del campionato scorso? Fare 23 punti in 10 gare? Sarebbe Champions, ma ci aspetta uno sprint difficile e siamo tutti lì, molto vicini. Dobbiamo correre, ne dovremo vincere tante…Sette possono bastare? Probabilmente sì, ma niente tabelle. Sarà un finale anomalo, il fattore campo non esiste più, fisicamente non credo che ci saranno crolli, però l'approccio psicologico sarà determinante. Se chi sta davanti allunga chi rincorre poi molla. E con 10 gare da giocare i calendari sono in equilibrio, devi affrontare ancora metà delle squadre in gara. Scontri diretti? Secondo me decideranno le altre partite. Noi abbiamo tante avversarie sulla carta apparentemente tranquille, o magari motivate oggi ma che tra 20 giorni non lo saranno più. O viceversa per motivi di programmazione societaria. Da lì arrivano i pericoli più grandi: troveremo tante squadre indecifrabili. O giocano “leggere”, o magari diventano un grande pericolo".

    DIFESA A QUATTRO- "Confesso che l'enfasi data al tema mi preoccupa un po'. È come se a furia di vederle le scelte abituali avessero stufato. Ma capisco, c'è sempre voglia di novità, questi sono segnali da un ambiente al quale devi magari proporre qualcosa di nuovo. Ma a Verona non ho visto una bella gara, quello non è il mio calcio. La differenza è che con questa scelta i difensori fanno i difensori e gli attaccanti fanno gli attaccanti. C'è poco interscambio, quindi meno gioco. Però hai più presenza in avanti e ti affidi alla qualità degli attaccanti. Ancora questo assetto? Magari contro rivali che permettono questa scelta. Ci sta, se la soluzione aiuta a risolvere un problema. Basta che sia efficace. Io però preferisco una maggior partecipazione al gioco. Serve equilibrio, noi con la palla al portiere preferiamo non rischiare con la costruzione da dietro. Ma durante lo sviluppo del gioco mi piace che la squadra giochi la palla, e anche il portiere deve saperlo fare".

    LA NAZIONALE- "L'Italia finora ha dato belle risposte, ho visto partite piacevoli. Mancano i test con le grandi, ma Mancini non ha l'obbligo di vincere gli Europei. E sta facendo un buon lavoro, anche se il campionato non offre molta scelta ha inserito molti giovani. Siamo felicissimi per la chiamata di Pessina e Toloi, sono un premio per tutta la nostra realtà".

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