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    Atalanta all’attacco: la strategia di D'Amico tra El Shaarawy e Beto

    Atalanta all’attacco: la strategia di D'Amico tra El Shaarawy e Beto

    • Marina Belotti
    Quella per Luis Suarez potrebbe rimanere una suggestione, sono troppi i soldi da versare nel conto in banca dell’attaccante uruguaiano. Sette milioni di euro, non certo un’operazione da Atalanta, considerando che anche i big (Zapata, Ilicic) vengono pagati quasi tre volte in meno. Con la stessa cifra spalmata in un biennale la società bergamasca potrebbe, per dire, prendere Lucumì per la difesa e metà del cartellino di Ilic per il centrocampo. Rinforzi mirati, giovani, uno per reparto: questa è la strategia di Tony D’Amico, Lee Congerton, Percassi, Pagliuca e Gasperini. A cominciare dall’attacco.
     
    MURIEL IN BILICO- Considerando che Luis Muriel potrebbe presto cambiare aria (Juve?) in caso di un’offerta di almeno 15 milioni di euro e Duvan Zapata è spesso infortunato e non può garantire i 90’ tutta la stagione, l’Atalanta avrebbe bisogno di almeno due rinforzi. Certo, il giovane Cissè è un profilo interessante, un 2003 nel giardino di casa da 15 gol e 2 assist in 18 presenze (praticamente sempre decisivo), ma per tornare in Europa servono attaccanti esperti. Per questo i nerazzurri tengono aperte due piste, tanto concrete quanto difficili da seguire: El Shaarawy e Beto.
     
    EL SHARAAWY- Il Faraone sta cercando una squadra in cui giocare più dei 1.045’ maturati in Serie A la scorsa stagione con la Roma. L’Atalanta ha già avviato i contatti con i giallorossi per parlarne, l’esterno d’attacco guadagna circa 3 milioni di euro a stagione, meno della metà di Suarez. Inoltre, e non è cosa da poco, è molto apprezzato da mister Gian Piero Gasperini, che lo fece esordire in Serie A nel 2008 con il Genoa, quando aveva appena 16 anni. 
     
    BETO-  Per caratteristiche si infila proprio a metà strada tra Zapata e Muriel: istinto del gol, tecnica e phisique du rôle, ecco perché Beto potrebbe fare al caso dell’Atalanta. Il problema, anche in questo caso, sono i soldi: l’Udinese è bottega carissima e, come per Udogie e Molina, anche per Beto il prezzo di partenza è quasi proibitivo. Venticinque milioni di euro, né più né meno, per il portoghese classe 1998 da 11 gol in 28 gare di campionato. Due centri in più di Muriel che ha 8 anni in più e si è dimostrato molto discontinuo: ecco perché, vendendo il colombiano, Percassi e Pagliuca potrebbero decidere di investire su Beto e cambiare volto del numero 9.

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