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    Arsenal-Villarreal 15 anni dopo: la voglia di vendetta di Emery, Pau Torres e Chukwueze in vetrina

    Arsenal-Villarreal 15 anni dopo: la voglia di vendetta di Emery, Pau Torres e Chukwueze in vetrina

    • Andrea Barbuti

    Questa sera, alle 21, torna l'Europa League con due semifinali di grande fascino e storia. All'Estadio de la Cerámica​ si giocherà il primo atto di Villarreal-Arsenal, partita che riporta alla mente quella storica semifinale di Champions del 2006, vinta dai Gunners, che furono poi sconfitti in finale dal Barcellona. Per queste due società, il percorso per ritrovare la grandezza perduta parte da questa sera, dentro il campo, con tanto talento in mostra e due filosofie di gioco opposte, e fuori, con il mercato che comincia ad entrare nel vivo.

    INTRECCI DI MERCATO – Da più di un anno l’Arsenal sta seguendo due giocatori del Submarino Amarillo, entrambi cresciuti nella cantera di Castellón: Pau Torres e Samu Chukwueze. Il primo è un difensore centrale mancino, di 24 anni. In questa stagione ha disputato 37 partite, segnando anche 3 gol. Quest’anno è letteralmente esploso con la camiseta amarilla e anche con la nazionale, attirando l’attenzione dei più importanti club europei, fra cui Barcellona, Real Madrid, Manchester Utd, Manchester City e Juventus. Chi vorrà acquistarlo dovrà pagare la clausola rescissoria di 50 milioni. Il secondo, invece, è un esterno d’attacco nigeriano classe ’99, anche lui mancino, ma ama partire da destra e rientrare sul suo piede. Anche lui, calcisticamente è cresciuto a Vila-Real, dove ha realizzato 17 gol e 16 assist in 116 partite, di cui 5 gol e 7 assist nelle 37 presenze di questa stagione. Piace sia in Liga, a Real e Atlético, che in Premier, ad Everton e West Ham. Ha una clausola di 80 milioni, ma può essere prelevato per poco più della metà.

    GLI EX: VOGLIA DI RIVINCITA – Gli ex della partita sono due, entrambi nelle file del Villarreal, e sono tutt’altro che banali. Francis Coquelin, arrivato nell’Academy dell'Arsenal dal piccolo club francese del Laval, dopo una serie di prestiti, nel 2014 viene confermato in prima squadra, dove rimane per 4 anni, diventando pupillo di Wenger e beniamino della tifoseria. Nel 2018 arriva in Spagna, al Valencia e due anni dopo viene acquistato dal Villarreal di Emery, che nel 2018, quando Coquelin fu ceduto, era appena arrivato sulla panchina dell’Arsenal. Il quarantanovenne basco ha allenato i Gunners per poco più di una stagione, arrivando quinto in campionato e perdendo la finale di Europa League contro il Chelsea. Ora, dopo le fallimentari esperienze con PSG ed Arsenal, vuole dimostrare di essere ancora lo specialista della competizione, vinta per tre volte consecutive con il Siviglia, magari prendendosi una grossa rivincita con l’ultima società che lo ha esonerato, preferendogli le idee, fin qui ancora irrealizzate, dell’inesperto Arteta.

    15 ANNI DOPO – Quando si vedono accostare i nomi di Arsenal e Villarreal, risulta impossibile non pensare al 2006. Sempre di una semifinale si trattava, ma ben più prestigiosa: di Champions League. Eliminando rispettivamente Inter e Juve, arrivavano ad opporsi quello che rimaneva dell’Arsenal degli invincibili, all’ultimo canto del cigno, ed il miracolo Villarreal. Nel Submarino Amarillo, allenato dal maestro Manuel Pellegrini, giocavano un giovane Diego Forlán, Marcos Senna, Tacchinardi, l’ex Milan José Mari, Javi Calleja (casualmente l’ultimo allenatore del Villarreal prima di Emery), e poi c’era lui, uno dei più grandi calciatori argentini di tutti i tempi, Joan Román Riquelme, detto el mudo perché parlava poco, che quella sera fece piombare il silenzio sul vecchio Madrigal, facendosi ipnotizzare da Lehmann e sbagliando un rigore che condannò i suoi all’eliminazione. Nei Gunners di Wenger (la cui era è finita 12 anni dopo proprio con l’arrivo di Emery) c’erano ancora Campbell, Henry, Bergkamp, il compianto Reyes, un giovanissimo Fabregas, Pirès, che l’anno dopo passò proprio al Villarreal, e Ljungberg (casualmente, l’allenatore che ha preso il posto di Emery sulla panchina dell’Emirates, prima dell’arrivo di Arteta). L’andata si giocò a Highbury: vinse l’Arsenal 1-0 con gol di Kolo Touré. Al ritorno, al Madrigal, finì 0-0, con i Gunners qualificati alla finale.

    Quelle che si affrontavano 15 anni fa erano due squadre al loro massimo momento di splendore. Oggi sono due club più o meno in crisi, soprattutto gli inglesi. L’Arsenal, un tempo una delle più gloriose società inglesi, non vince un campionato dal 2004 e non gioca una Champions League dal 2017 (in entrambi i casi con Wenger in panchina). Il Villarreal del 2006 fu invece un miracolo sportivo, architettato da un grandissimo allenatore, trascinato da un fuoriclasse senza tempo, e sostenuto da una piccola città di 50 mila abitanti. Da quel momento i loro migliori risultati sono stati un secondo posto in Liga, un quarto di finale di Champions League e due semifinali di Europa League, nel 2011 e nel 2016. In mezzo a queste due c’è stato anche spazio per una retrocessione in Segunda División. Oggi, Arsenal e Villarreal tornano ad affrontarsi. Li ospiteranno due stadi completamente nuovi rispetto all’ultima volta: l’Estadio de la Cerámica questa sera e l’Emirates fra una settimana, anche se deserti. I Gunners cercano la strada per ritornare grandi, il Submarino Amarillo vuole continuare a rincorrere il primo trofeo importante della sua storia.
     

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