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    Sacchi prof per un giorno: 'Ragazzi, impegnatevi di più'

    Sacchi prof per un giorno: 'Ragazzi, impegnatevi di più'

    • L.C.
    Ci sarebbe voluta una mattinata intera visto l’interesse con il quale Arrigo Sacchi, coordinatore delle Nazionali giovanili della Figc, ha incontrato gli studenti dell'Itc “Carlo Piaggia” che dal prossimo anno diventa anche liceo sportivo. Gli onori di casa sono stati fatti dal preside, Nicola Lofrese, che ha ringraziato l’illustre ospite. Prima che Sacchi arrivasse, però, è stato proiettato nell’aula magna, gremita di studenti, un breve filmato che racchiudeva la carriera di quello che in Italia è stato senza dubbio l'inventore di un nuovo modo di fare calcio. «Quello che vorrei farvi capire - ha detto rivolto agli studenti e ripreso dal quotidiano Il Tirreno - è l’importanza dello studio, perché il gioco del calcio non si pratica solo con i piedi, ma soprattutto con la mente. In più i comportamenti giusti che ogni calciatore deve assumere sono essenziali per una convivenza senza difficoltà in un gruppo. Il calcio non è fatto di singoli, ma della squadra: per esempio chi si comporta male nelle giovanali azzurre rischia di non essere convocato o di essere sospeso, perché prima di tutto è importante rispettare certe regole». Sacchi ha fatto una annotazione anche al calcio di serie A complimentandosi con Antonio Conte. «Il modo in cui giocava la Juventus in passato non mi ha mai entusiasmato più di tanto - dice - però riconosco che Conte ha fatto un lavoro straordinario». Sacchi il perfezionista. «È vero cerco sempre di migliorarmi, perché non mi sento arrivato: ogni settimana guardo circa 10-12 partite, dal campionato Primavera, alla serie A, al calcio straniero, perché mi piace sempre essere aggiornato, non mi sazio di sapere e conoscere». Lo sport come antidepressivo? «È una forma per scaricare le tensioni e riuscire a superare momenti di difficoltà, c’è stato un momento in cui ero stressato e mia moglie quando rientravo a casa mi faceva trovare la bicicletta da corsa con la quale percorrevo 40-50 chilometri per rigenerarmi». Ha iniziato nel settore giovanile con il Cesena e con la Fiorentina, prima di arrivare al grande palcoscenico nazionale ed internazionale, ed ora è tornato in pratica a vivere con i giovani. «Ho sempre creduto che potessero essere la forza del calcio e mi auguro che in Italia si capisca la loro importanza, ecco perché il Torneo di Viareggio è una forza in questo senso». 

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