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    Arbitri, la Lazio si sente accerchiata e teme un nuovo 2018: faccia a faccia Lotito-Trentalange per Milinkovic

    Arbitri, la Lazio si sente accerchiata e teme un nuovo 2018: faccia a faccia Lotito-Trentalange per Milinkovic

    A due giorni di distanza da Lazio-Salernitana non si placano le polemiche per l'ammonizione che costerà la squalifica a Sergej Milinkovic Savic per il derby di domenica con la Roma. 

    Il Corriere dello Sport racconta dell'incontro avvenuto fra il presidente della Lazio, Claudio Lotito, e il presidente dell'Aic, Alfredo Trentalange. Ieri Lotito lo ha visto a una quindicina di metri di distanza e lo ha raggiunto. Si era appena concluso il Consiglio Federale in cui la Figc ha approvato (anche con il suo voto) le licenze nazionali per il prossimo triennio. E’ presumibile che il presidente della Lazio abbia avvicinato il capo dell’Aia per spiegarsi, sfogarsi, capire e denunciare, sostiene il Corsport.  

    La Lazio si sente accerchiata e danneggiata. Va così dall’inizio del campionato, basterebbe controllare il rapporto tra falli commessi e cartellini sventolati, ma il caso legato a Milinkovic, oltre a far saltare i nervi alla squadra di Sarri, ha prodotto un danno clamoroso in vista del derby. Il centrocampista serbo, diffidato, verrà squalificato per un fallo non commesso, in realtà inventato o subìto, e salterà la Roma. Inconcepibile per la Lazio, pronta sui social a evidenziare la disparità di trattamento subìta all’Olimpico. Bradaric neppure ammonito per l’intervento con il piede a martello su Lazzari sulla linea laterale e sotto gli occhi di Mariani, il quarto uomo. Era quasi da espulsione. Per quanto riguarda Milinkovic, Manganiello si è difeso nello spogliatoio parlando di “step on foot”. Così ha risposto a Tare nella pancia dell’Olimpico. Riteneva che Milinkovic fosse quasi da rosso. Non ci sono state discussioni burrascose nel sottopassaggio. 

    A Formello tutti ricordano come volò via la qualificazione Champions nel 2018. Quest’anno la competizione per il quarto posto, con tante grandi in ritardo, sarà ancora più dura. Per lo “step on foot” mancavano i due requisiti fondamentali: l’intenzionalità di Milinkovic (toccando d’esterno e non con il piatto del piede non aveva altre possibilità di appoggio a terra) e un eccesso di vigoria. Il serbo era in possesso e in attacco, non in fase difensiva. 

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