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    Appello di CM a tutti i lettori: 'Chi può adotti una donna e un bimbo afgano'

    Appello di CM a tutti i lettori: 'Chi può adotti una donna e un bimbo afgano'

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    La strage di profughi e di marines consumatasi all'aeroporto di Kabul non sarà certamente l'ultima. La nuova Isis K, a vent'anni esatti dall'attentato alle Torri Gemelle, ha tutte le intenzioni di scatenare nell'area una guerra civile senza precedenti. Ora non serve cercare e individuare chi siano i responsabili diretti o indiretti di ciò che sta accadendo. Così come lasciano il tempo che trovano l'indignazione e la rabbia fini a loro stessi. Il senso del dolore per la morte è impalpabile. Il senso della reazione per la vita è costruttivo. 

    Ecco perché, d'intesa con il direttore Stefano Agresti e con il placet dell'editore, si è pensato che anche il nostro giornale on line Calciomercato.com avesse l'obbligo morale di sostenere e promuovere quella campagna mirata al progetto concreto per il sostegno e l'aiuto a tutti coloro che ce la faranno a fuggire dal Paese in mano ai Talebani e ora insanguinato dai terroristi. 
    L'iniziativa, partita dall'Associazione "Salvagenteitalia" in Brianza ha una finalità ben precisa. Tutti coloro che hanno le possibilità, economiche ma anche intellettuali, per poterlo fare aprano la porta delle loro case per ospitare e poi eventualmente adottare una mamma con un bambino. 

    Si tratta dell'unica risposta possibile, in questo momento, per ricordare a tutti che il mondo si potrebbe ancora salvare grazie alla solidarietà e alla partecipazione. Uno schiaffo sul muso a quei beceri come turchi e polacchi che costruiscono muri di filo spinato per impedire ai profughi afghani di entrare nei loro Paesi o come gli austriaci che hanno deciso di voltarsi dall'altra parte e far finta di nulla. Ma anche una lezione a quei nostri politici che ancora fanno l'assurda differenza tra migranti di guerra e fuggitivi sociali. 

    Ho scritto la frase "chi può farlo" e al proposito, per evitare gli immancabili interventi imbecilli della serie "portali a casa tua", mi piace ricordare un aneddoto personale. Mia nonna Caterina, classe 1901 nata a Carmagnola e figlia di un operaio, era la decima di altri fratelli e sorelle. Un giorno il mio bisnonno arrivò a casa con in mano un fagottino nel quale dormiva una bimba neonata e trovatella. L'aveva adottata perché, come diceva il bravuomo, dove mangiano dieci bocche possono farlo anche undici. 

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