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    Anziché abbattere le porte dei campi di calcio  educhiamo maschi e femmine a giocare insieme

    Anziché abbattere le porte dei campi di calcio educhiamo maschi e femmine a giocare insieme

    • Marco Bernardini
      Marco Bernardini
    Tentare ogni cosa pur di abbattere le barriere di genere, facendo in modo che il maschilismo la smetta di essere un atteggiamento predominante, è una guerra sacrosanta. Pensare a soluzioni estreme pur di raggiungere tale scopo sfocia nell’irragionevole e persino nel ridicolo.

    La Catalogna, sotto questo aspetto, ha superato abbondantemente il confine del buon senso. Se mai dovesse andare in porto il progetto presentato dal sistema amministrativo “separatista” Generalitat, da tutti gli istituti scolastici di ogni ordine e grado e da tutti i parchi comunali dovrebbero essere sradicate le porte dei campi di calcio.

    In questo modo, pensano coloro i quali hanno avanzato la singolare proposta, la parte maschile di bambini e ragazzi eviterebbe di cadere nella trappola del “machismo” che secondo questi cervelloni sarebbe la diretta conseguenza di una pratica sportiva ruvida, rude e in una frase antifemminista.

    La speranza, anzi il desiderio è che una tale iniziativa non venga manco presa in considerazione da chi sarà poi tenuto a legiferare. Non è così che si portano avanti battaglie serie e assolutamente giuste come quella contro il maschilismo. In questo modo il “movimento” viene screditato e ridicolizzato. Martens e Putellas, due leader del calcio femminile spagnolo, hanno per esempio già definito la proposta “demenziale”.

    La questione, insomma, andrebbe totalmente ribaltata. Anziché immaginare di poter cancellare da parchi e oratorii catalani i campi di calcio si pensi invece ad educare maschi e femmine a giocare insieme e in squadre miste fin dalla prima infanzia. Pallone e bambole possono tranquillamente convivere con pieno rispetto mentale e fisico reciproco.

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