Antonio Donnarumma non fa rimpiangere Gigio: Milan, che bisogno c'era di prendere Reina?
La Spal torna a San Siro e il Milan torna al successo casalingo dopo 2 mesi e mezzo. L’ultima volta fu proprio contro i ferraresi e segnò Suso. Al di là del risultato però, è tutto un altro Milan quello che supera il turno di Coppa Italia e si appresta ad affrontare in gara secca il Torino il prossimo 28 gennaio. Quella era una squadra malconcia, senza identitá e senza futuro, che aveva vinto quasi per caso. Oggi i rossoneri invece hanno un senso e uno spirito di gruppo, con individualità che sembravano oggetti misteriosi e che adesso stanno mettendo in mostra le loro qualità.
Il riferimento è soprattutto a Castillejo, autore dello strepitoso gol del raddoppio e a Rebic, protagonista di tantissime azioni pericolose. Tra le note positive della serata ci sono anche un Bonaventura che migliora di condizione, un Bennacer sempre più calato nel ruolo e un Antonio Donnarumma che non fa rimpiangere il fratello. Come dodicesimo andava benissimo anche lui in queste ultime stagioni, senza bisogno di sprecare un ingaggio da oltre 7 milioni all’anno per Pepe Reina. A proposito di ingaggi da risparmiare, sulla lista dei partenti a gennaio ci sono 4 nomi su tutti: Biglia, non impiegato contro la Spal, Paquetà, entrato per pochi minuti e pressoché deludente, il fischiatissimo Suso e Piatek che merita un discorso tutto per lui.
Il polacco gioca un buon primo tempo, segna il gol del vantaggio e offre a Castillejo la palla da cui nasce il 2 a 0. Ma nella ripresa si mangia due gol facili e dà l’impressione di essere sempre escluso dalle manovre della squadra. La partita di ieri non ha certo allontanato l’ipotesi della sua cessione. Sul risultato di 1 a 0, a fine primo tempo, Ibrahimovic aveva cominciato a scaldarsi, poi è arrivato il raddoppio di Castillejo e lo svedese è rimasto 90 minuti in panchina a urlare e dare indicazioni ai compagni come se fosse l’allenatore.
Non è dato sapere se, in caso di mancato raddoppio, sarebbe entrato al posto di Piatek o no. Di certo domenica contro l’Udinese giocherá lui e, pur non essendo sceso in campo, quello che ha battuto la Spal in scioltezza sembra sempre più il Milan di Ibra e sempre meno il Milan di Piatek. Cattiveria agonistica, intensità e capacitá di soffrire senza subire gol sono proprio le caratteristiche che mancavano fino all’ultima orribile partita del 2019.
Il riferimento è soprattutto a Castillejo, autore dello strepitoso gol del raddoppio e a Rebic, protagonista di tantissime azioni pericolose. Tra le note positive della serata ci sono anche un Bonaventura che migliora di condizione, un Bennacer sempre più calato nel ruolo e un Antonio Donnarumma che non fa rimpiangere il fratello. Come dodicesimo andava benissimo anche lui in queste ultime stagioni, senza bisogno di sprecare un ingaggio da oltre 7 milioni all’anno per Pepe Reina. A proposito di ingaggi da risparmiare, sulla lista dei partenti a gennaio ci sono 4 nomi su tutti: Biglia, non impiegato contro la Spal, Paquetà, entrato per pochi minuti e pressoché deludente, il fischiatissimo Suso e Piatek che merita un discorso tutto per lui.
Il polacco gioca un buon primo tempo, segna il gol del vantaggio e offre a Castillejo la palla da cui nasce il 2 a 0. Ma nella ripresa si mangia due gol facili e dà l’impressione di essere sempre escluso dalle manovre della squadra. La partita di ieri non ha certo allontanato l’ipotesi della sua cessione. Sul risultato di 1 a 0, a fine primo tempo, Ibrahimovic aveva cominciato a scaldarsi, poi è arrivato il raddoppio di Castillejo e lo svedese è rimasto 90 minuti in panchina a urlare e dare indicazioni ai compagni come se fosse l’allenatore.
Non è dato sapere se, in caso di mancato raddoppio, sarebbe entrato al posto di Piatek o no. Di certo domenica contro l’Udinese giocherá lui e, pur non essendo sceso in campo, quello che ha battuto la Spal in scioltezza sembra sempre più il Milan di Ibra e sempre meno il Milan di Piatek. Cattiveria agonistica, intensità e capacitá di soffrire senza subire gol sono proprio le caratteristiche che mancavano fino all’ultima orribile partita del 2019.