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Antognoni tradito e arrabbiato. Il web lo consola
Per chi se lo fosse perso: «Ho sempre creduto che nel calcio non ci fosse riconoscenza, e l’ho appurato di persona in tutti questi anni, sono campione del mondo di calcio e non di ping pong (con tutta la stima per questo sport), ma il rispetto che per me è la cosa prioritaria che ho messo sempre davanti a tutto e a tutti, il rispetto per i tifosi, per la squadra, per la città, per la nazionale, quello proprio lo esigo, e non credo di averlo mai ricevuto, sono molto amareggiato e deluso». Giancarlo Antognoni, 60 anni lo scorso primo aprile, non è stato soltanto una bandiera della Fiorentina scrive il quotidiano La Nazione. Con la maglia azzurra ha collezionato 73 presenze e sette gol. E’ stato un protagonista del Mondiale di Spagna, accompagnando la squadra fino alla finale che lui dovette saltare per infortunio. Da qualche anno, lavora in federazione, come accompagnatore ufficiale delle selezioni giovanili.
Il ruolo di team manager era una sua legittima ambizione. E non era una speranza campata in aria. Forse, la disastrosa spedizione brasiliana c’entra qualcosa. Si dice che, con Cesare Prandelli ancora nel ruolo di commissario tecnico, il compito che è stato assegnato a Lele Oriali (altro campione del mondo e pure compagno di squadra nella Fiorentina a metà degli anni ’80) sarebbe toccato ad Antognoni. Le dimissioni di Prandelli hanno scombussolato un po’ le cose. Anzi, molto. L’arrivo di Antonio Conte, ma soprattutto la nomina di Tavecchio al vertice della Figc ha influito sul futuro del dieci gigliato. Ma evidentemente, Giancarlo ci aveva creduto fino in fondo. Lo testimonia anche il modo, netto e deciso, con cui ha deciso di rendere pubblico il suo stato d’animo. Lo aveva anticipato, sempre su facebook, la moglie Rita, con un paio di post ancora più velenosi di quello poi vergato dal marito.Tanta è stata la delusione, in casa Antognoni, ma tanto è stato anche l’affetto di amici e tifosi, che, approfittando degli sfoghi, hanno voluto consolare “Antonio”.
Il risultato finale è quello di un ulteriore allontanamento della città dal destino della Nazionale di calcio. Il caso della mancata convocazione per il Brasile di Pepito Rossi aveva lacerato un rapporto mai troppo idilliaco, nonostante la presenza in panchina di un “fiorentino” come Prandelli. Oggi, con un presidente sgradito alla società viola come Tavecchio, un selezionatore che si chiama Antonio Conte, e pure lo sgarbo ad Antognoni, il rapporto sembra davvero insanabile. E qualcuno ha colto l’occasione per dire a Giancarlo: «Meglio così, non ti mescolare con ’loro’». Magari gli sarà pure scappato un sorriso.