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    Antognoni:| 'El Shaarawy e Insigne oro d'Italia'

    Antognoni:| 'El Shaarawy e Insigne oro d'Italia'

    È l’oro del calcio italiano. Talenti che accendono emozioni e stimolano paragoni. A quale grande campione può essere avvicinato il talentuoso El Shaarawy? E l’altra sorpresa rossonera De Sciglio? E quali uomini-gol del passato si possono rivedere nei colpi di Insigne, Immobile e Gabbiadini? Giancarlo Antognoni questi piccoli fenomeni li ha visti crescere nelle nazionali giovanili. In qualità di dirigente accompagnatore li ha studiati, li ha consigliati, li ha difesi quando sono andati in crisi. «È una generazione straordinaria. Molti di questi ragazzi potrebbero essere già protagonisti al Mondiale del 2014 in Brasile. Prandelli non li perde di vista un secondo».


    E allora raccontiamoli uno per uno. Partendo dal portiere, naturalmente.
    «Di Perin mi ha sempre colpito la personalità. Anche quando aveva 14-15 anni non aveva paura di niente. Una sicurezza che gli permette oggi di vivere nella maniera giusta l’esperienza di Pescara. Pur subendo una valanga di gol non ha mai perso la testa perché capisce di essere il portiere di una squadra costruita solo per salvarsi».

    Chi le ricorda dei grandi numeri uno del passato?
    «Ha la stessa spavalderia di Walter Zenga, uno dei più grandi portieri del nostro calcio».

    Andiamo sulla fascia destra, De Sciglio è una delle rivelazioni del campionato.
    «Un terzino moderno molto bravo in fase offensiva. Il ragazzo rossonero ha piedi "sensibili". Rispetto a inizio stagione è molto migliorato nella fase difensiva. Un tipo quadrato, affidabile, mi ricorda Tassotti».

    Passiamo ai centrocampisti.
    «Verratti è un formidabile organizzatore di gioco. E se non hai personalità non puoi passare dal Pescara, al Paris Saint Germain senza avvertire il minimo capogiro. Lui è un po’ Pirlo e un po’ Pizarro. Trovo perfetto quanto disse a suo tempo Zeman: "Il giorno in cui Verratti riuscirà a fare un lancio giusto di 25 metri sarà un fuoriclasse come Pirlo". Sottoscrivo».

    Il romanista Florenzi ha altre caratteristiche.
    «È un formidabile corridore, è molto bravo anche ad inserirsi in zona gol. Mi ricorda un po’ Tardelli. Anche perché Florenzi è un guerriero con i piedi buoni».

    Il reparto offensivo è particolarmente ricco: iniziamo da El Shaarawy, il grande protagonista di questa prima fase del campionato.
    «Ha un destro magico e qualità in dosi industriali. Fin da ragazzino riusciva a nascondere la palla. Nel Milan è maturato. Il suo calcio non è solo genio. Lui corre, aiuta, recupera, attacca. Se chiudo gli occhi rivedo il Massaro dei tempi d’oro rossoneri. Daniele, come il Faraone, quando puntava la porta non lo buttavi giù nemmeno con le cannonate. Però ha ragione anche Lippi nel rivederci qualche colpo di Del Piero».

    Avanti con Destro.
    «Punta centrale, bravo nell’uno-due e nel gioco aereo. Sembra il primo Graziani. Un attaccante che garantisce tanti gol mache lavora pure per la squadra».

    Insigne?
    «Ha un dribbling naturale. Quando si allunga salta sempre il primo avversario. E vede la porta. Eccome se la vede. In futuro segnerà ancora più gol. Con il piede destro mette il pallone dove vuole. Proprio come faceva il Ramon Diaz dei tempi della Fiorentina e dello scudetto dei record con l’Inter del Trap».

    Nel Bologna c’é Gabbiadini.
    «Una punta completa con ampi margini di miglioramento. Lo avvicinerei a Roberto Bettega così come Immobile, che pure ha avuto un avvio di campionato difficile con il Genoa, mi ricorda in qualche gesto tecnico il mio amico Altobelli».

    Giancarlo Antognoni ha una fotografia chiara anche sui futuri El Shaarawy. Il dirigente azzurro indica un poker di stelline che hanno il potenziale per esplodere. «L’Inter ha tre talenti formidabili. Il difensore centrale Giacomo Sciacca, 16 anni, che, vi assicuro, sembra lo Scirea giovane; Federico Bonazzoli, quindici anni, un bomber alla Bonimba Boninsegna e Mel Taufer, quattordici anni, che sembra la fotocopia di Verratti e quindi un nuovo potenziale Pirlo. Il quarto è Luca Vido, quindici anni, trequartista tutto fantasia del Milan. Chi mi ricorda? Io da ragazzo». Un nuovo Antognoni. Il calcio italiano ne avrebbe bisogno come il pane.


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