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Antognoni: 'Bernardeschi vale Robben'
Bernardeschi?
"Il gol che ha segnato contro il Napoli mi ha ricordato quello che realizzai io con la maglia della Nazionale contro la Grecia, nel dicembre del 1980. Uno strappo in verticale e una fucilata da fuori. Di diverso c’è solo il piede. Lui è tutto sinistro, io 'picchiavo' con il destro. Lui è un dieci e mezzo. Ha la potenza e la precisione di tiro di Robben. Ma può funzionare anche da trequartista, partendo da una posizione più centrale. E’ stato bello vederlo con la fascia di capitano contro la Lazio. Un altro grande numero 10 nella storia della Fiorentina. Federico e Chiesa sono stati fantastici contro il Napoli".
Chiesa è una delle rivelazioni del campionato.
"Mi ricorda un po’ Causio. Potenza, dribbling, piedi delicati. Ed è giovanissimo. Sousa è stato bravo a scoprirlo e a dargli spazio. Non tutti gli allenatori hanno questo coraggio. Un altro tecnico che in questo senso merita un bel dieci in pagella è Mihajlovic".
Che ha lanciato Donnarumma.
"L’erede di Buffon. Un mostro tra i pali. Ma Sinisa ha anche spinto il Milan a investire tanti soldi su Romagnoli. Quanto manca alla Roma del mio amico Spalletti uno come Romagnoli".
La coppia Romagnoli-Rugani rende onore alla storia dei grandi difensori italiani. "Possono ripetere le imprese di Nesta e Cannavaro. Rugani fa anche dei gol. Allegri è stato bravo a farlo crescere, a incattivirlo al punto giusto. Ricordo che a Empoli disputò tutto un campionato senza prendere un cartellino giallo. Quando vuoi vincere la Champions o uno scudetto qualche fallo cattivello lo devi fare. E dietro a questi due fenomeni c’è Caldara. Tanta roba. La Juve lo ha già preso vero? Un gran colpo".
Passiamo ai centrocampisti.
"Benassi è un piccolo Tardelli, Locatelli in futuro può diventare un Pirlo, ma ancora non ha il suo piede. E attenti a Gagliardini, Cataldi e soprattutto Grassi. In chiave azzurra, però, non dimenticate Verratti. Lui è già vicino a Pirlo. E’ un giocatore che mi fa impazzire. E dire che la Serie A se lo è fatto scappare. Che errore".
Passiamo agli attaccanti.
"Fatemi aprire una parentesi su Belotti: non credevo diventasse così bravo. E’ come il mio amico Ciccio Graziani. Ha il fuoco dentro. E consentitemi di spendere due parole su Lapadula che sta vivendo una favola che mi ricorda quella di Totò Schillaci. Tornando ai più giovani aspetto l’esplosione di Berardi. Ha colpi da fenomeno. Alla Baggio, per capirci. Il Sassuolo non me ne voglia, ma Berardi a giugno deve andare a sfidare il mondo accettando l’offerta di un grande club".
Nel suo ufficio in questi anni ha ospitato tanti ct. "Prandelli è un uomo buono e un ottimo tecnico; Conte è l’allenatore che tutti i presidenti vorrebbero avere e Ventura è un insegnante di calcio".
Pensando alla sua avventura azzurra chi vuole ringraziare?
"Il presidente Tavecchio e il direttore generale Uva che mi hanno promosso all’Under 21. Però vorrei ricordare anche Innocenzo Mazzini che, a suo tempo, mi aprì le porte della federazione".
E ora la Fiorentina.
"Mi ha conquistato la passione di Andrea Della Valle. Lui è veramente un tifoso. Fin dal nostro primo incontro mi ha fatto sentire uno di famiglia. Sono pronto a dare una mano, ma nessuno mi chieda miracoli. Penso che la Fiorentina abbia tutto per vincere una Coppa. E con il nuovo stadio e la Cittadella ci sarà la possibilità di fare un salto di qualità. Ne sono convinti sia Andrea Della Valle sia il presidente operativo Cognigni".
Il suo giudizio su Sousa?
"E’ un allenatore moderno, preparato, che fa giocare bene le sue squadre. Ma è chiaro che gli allenatori devono fare i conti con i risultati. Questo vale per Mourinho e per Sousa".
Corvino è tornato a Firenze con grandi motivazioni.
"Per lui parlano i risultati. Anche con poco budget a disposizione ha portato giocatori interessanti".
Kalinic vale la clausola di 50 milioni?
"Certo. Fa gol e lavora per la squadra. E’ il centravanti che piace a tutti gli allenatori".
E Borja Valero? "E’ il riferimento perfetto per i tanti giovani viola di talento".
Quale può essere l’obiettivo di questa Fiorentina?
"Il sesto posto. E andare più avanti possibile in Coppa Italia e in Europa League. Sarebbe bello anche vincere qualcosa con la Primavera".
Ha salutato il suo ct Di Biagio?
"E’ un allenatore preparato. E’ pronto anche per una panchina di Serie A. Ma scusate, dimenticavo di citare altri due talenti veri, Barreca del Torino e Conti dell’Atalanta. Sono forti. Mia moglie Rita è preoccupata di ritrovarsi in casa targhe e Coppe. Qualcosa porterò nel mio nuovo ufficio alla Fiorentina".
Come sta il calcio italiano?
"Meglio. Non siamo lontani dalle grandi potenze europee. Le squadre più forti di Serie A hanno capito che è importante acquistare giocatori italiani. E se Di Biagio potrà contare su tutti i titolari, la “mia” Under 21 può vincere l’Europeo".
Lo scudetto?
"Non scopro certo io la forza della Juve, ma attenti alla Roma. Ha ancora grandi margini di crescita. E mi piace il lavoro di Sarri. Lui è venuto dal basso e non ha perso la sua semplicità. Giovedì sera, a fine gara, si è fermato nel tunnel del Franchi per salutare il ragazzino Chiesa. Veramente un bel gesto".
Tra poco inizierà la sua terza vita in viola.
"Ho sfiorato lo scudetto da calciatore, forse lo potevo vincere da dirigente se Batistuta non si fosse infortunato nel momento chiave del torneo. Ora riparto con grande entusiasmo, ma non parliamo di scudetto. Sarebbe già bellissimo vincere una Coppa. Sarebbe il primo titolo della gestione Della Valle".