In csa Bari si cerca di comprendere con urgenza quanto rischi il club biancorosso nel nuovo filone dell'inchiesta sulle partite combinate, dato che tra le gare sospette è finita anche Brescia-Bari dello scorso sei febbraio. 'Al momento non vedo motivi di allarme', afferma il ds dei galletti, Guido Angelozzi. 'Le parole del pentito di Singapore addensano sospetti sul match del Rigamonti, ma al momento non è coinvolto alcun nostro tesserato'.

L'uomo mercato biancorosso ricorda il contesto dell'incontro incriminato. 'A mio avviso - prosegue Angelozzi - Brescia-Bari fu gara vera. Attaccammo tanto, il rigore del loro vantaggio fu causato da un contatto molto dubbio tra Kone e Gazzi, ovvero il professionista più serio che abbia mai conosciuto. E nel finale fallimmo il pari con Kutuzov innescando il contropiede del raddoppio. Peraltro, l'ambiente riponeva grandi speranze su quella sfida poiché avevamo ancora qualche chance di salvezza. La sconfitta produsse contestazioni forti al punti di causare l'addio di Ventura. Insomma, non penso che nessuno si sarebbe esposto a tanto per una combine'.

Angelozzi non teme eventuali penalizzazioni derivanti dallo scandalo. 'Una cosa è certa: il Bari non ha tratto alcun profitto data la retrocessione a suon di sconfitte. Tuttavia, secondo me andrebbero rivisti alcuni parametri della responsabilità oggettiva. Giusto, infatti, punire i club se un dirigente assume un atteggiamento fraudolento. Ma come si può controllare più di trenta giocatori? E perché un eventuale guaio combinato da un calciatore deve infangare la buona fede di un club? Ad ogni modo, sono convinto che il Bari sia estraneo a tutto'.

(Corriere del Mezzogiorno - Edizione Bari)