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Ancora Ronaldo: ‘In estate ho avuto contatti col Napoli. Il Mondiale? Se lo vinco mi ritiro’
Dopo le interviste degli ultimi giorni, Cristiano Ronaldo continua a raccontarsi tra sfoghi per il momento negativo, aneddoti e retroscena.
MOTIVAZIONI - “Sono stimolato dall’adrenalina, ma negli ultimi anni il calcio è diventato business - ha detto a TalkTv - Georgina dice che usano noi calciatori come pezzi di carne. La mia passione è intatta, ma ci sono tante cose che non mi piacciono. Nel mondo in generale è tutta questione di soldi".
CRITICHE - “Ho deciso di rilasciare quest’intervista perché c’è chi mi ha fatto passare come un cattivo ragazzo, ma sono tutte bugie. E ora voglio dire quello che penso”.
LA VERITA’ - Sono stato assente perché mio figlio è stato una settimana in ospedale e la famiglia viene prima di tutto. Allo United non mi hanno creduto. Gli interessava di me e non dei miei problemi. Mi sono sentito una pecora nera".
IL RITORNO - “Il ritorno al Manchester è stata una scelta più emozionale che logica, ma non la rimpiango. Volevo aiutare la squadra. Ero pronto a farli competere con i top club però mi hanno tagliato le gambe. Forse ora è meglio per entrambi aprire un nuovo capitolo".
L’OROLOGIO - “Sarò onesto, mi sono pentito di aver lasciato lo stadio contro il Tottenham. O forse no. È difficile da capire, ma diciamo che mi dispiace. Però mi sono sentito provocato da ten Hag. Non esiste che un allenatore mi faccia giocare solo tre partite. Mi dispiace, non sono quel tipo di giocatore. So quello che posso dare la squadra. L’allenatore mi ha detto che dovevo aspettare la mia occasione. Capisco, ma non puoi trattarmi come gli altri. Se mi mette in campo solo tre minuti mi sento preso in giro. Ho lasciato Old Trafford? Sì, come altri otto giocatori; ma hanno puntato solo la pecora nera”.
TEN HAG - “Non nascondo che il rapporto con l'allenatore non va bene. Non mi rispetta, è per questo che sono andato contro il Tottenham".
MANUTD - “Quando sono arrivato al Manchester United sono sempre stato disponibile ad aiutare la squadra a fare cose buone, ma è difficile quando ti tagliano le gambe e non gli piace che tu brilli. E loro non ascoltano i tuoi consigli”.
RETROSCENA - “Sono il giocatore con lo stipendio più alto della storia della Premier, la stampa scriveva che nessuno mi voleva. Chi non vuole uno che segna 32 gol? Abbiamo parlato con Sporting e Napoli, ma motivato qui. È vero: ho rifiutato 350 milioni dall'Arabia".
PREMIER - “Se il Manchester United non dovesse vincere la Premier, sarei felice se ci riuscisse l'Arsenal. È una squadra che mi piace veder giocare, mi piacciono i giocatori e l'allenatore. Hanno un buon gruppo".
MERCATO - “Se non dovessi tornare a Manchester, sarà dura dirlo. Vedo per le strade l'amore e la passione che hanno per me. Porterò i tifosi dello United sempre nel cuore e li ringrazio per tutto questo supporto".
FERGUSON - “Ci ho parlato un mese fa. È sempre dalla mia parte e mi conosce bene. Conosce meglio di tutti lo United e sa che non è dove dovrebbe stare".
PORTOGALLO - “Sono concentrato sul Mondiale con il Portogallo. Il mio quinto, forse l’ultimo. Non so se tornerò allo United, ma i tifosi saranno sempre nel mio cuore, qualsiasi cosa scelga. Tutti sbagliano, gli errori fanno parte del mio essere umano".
‘SE VINCO…’ - “Al Mondiale ci sono Francia, Germania, Spagna, Argentina, Brasile. Sì, ma sono ottimista. Abbiamo un grande allenatore e un'ottima squadra. Sarà difficile, ma ce la giocheremo. Se vinco il Mondiale mi ritiro al cento per cento. Ora mi sento alla grande, e se non dovessi conquistare la Coppa del Mondo penso che giocherò altri due anni o al massimo tre anni. Quarant'anni può essere la giusta età per smettere, ma non conosco il mio futuro. A volte progetti qualcosa e non sai cosa accadrà".
MESSI - “Come giocatore, è magico. Ho un ottimo rapporto con lui. È come un partner. Ho sempre rispettato il modo in cui parla di me. Lui e Zidane sono i migliori che abbia mai visto. Per sedici anni abbiamo lottato, ma non siamo così amici da invitarci a casa o parlare al telefono. Non siamo mai stati a cena insieme, però ci andrei: avremmo tante cose di cui parlare".
UN LIBRO - “In futuro potrei scriverlo. Devo educare la mia famiglia e i miei tifosi. Voglio scrivere libri per aiutarli a mantenere la longevità, a vincere, a ispirarli. Voglio migliorare il mio inglese e aiutare i giovani, parlando a milioni di persone".