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Ancora Balotelli: 'Tornare all'Inter? Perchè no, l'ho detto ad Ausilio. A Raiola ho chiesto, 'che faccio a gennaio?''
Dopo l'intervista concessa a Sky Sport anche la Gazzetta dello Sport oggi in edicola ha intervistato l'attaccante del Nizza, Mario Balotelli che parlando con Carlo Laudisa ha aperto ad un clamoroso ritorno all'Inter.
Intanto con 16 gol in 21 partite ha un bilancio record col Nizza.
"Non avevo neanche fatto i conti. È in ogni caso una stagione speciale, sebbene sia il primo a sapere che ogni annata dovrebbe essere così per stare sempre ad alto livello".
Fa bene l’aria della Costa Azzurra.
"Lì non ho pressioni, mi alleno bene e arrivano pure i gol. A dire il vero, però, già ai tempi di Liverpool avevo cominciato a lavorare seriamente. I gol però fanno sempre la differenza".
Ma qualcosa sarà cambiato...
"Qualche anno fa giocavo solo per divertirmi, da un po’ di tempo ho capito quanto paghi il lavoro. Il resto non dipende da me".Eppure tutti ricordano quel suo atteggiamento annoiato.
"Forse certe movenze e alcune esultanze a fatica ingannano, ma io in campo mi sono sempre divertito".
Le balotellate hanno fatto il resto.
"Io sono sempre stato me stesso. Mi comportavo da adolescente, ma non ho mai fatto male a nessuno. E comunque non si può chiedere a un ventenne di stare chiuso in casa".
Nella sua maturazione ha inciso più la sfera privata o quella calcistica? "È chiaro che se hai al fianco la persona giusta tutto va meglio, ma sarebbe riduttivo per me pensare che il mio rendimento in campo dipendesse o meno dalle mie relazioni sentimentali".
Come va ora con Raffaella Fico?
"Devo dire che è una buona madre e ultimamente mi fa vedere di più Pia".
E poi ora c’è Lion.
"È la mia gioia. Dopo gli allenamenti il mio primo pensiero è di andare a giocare con lui. Sarebbe bello avere sempre al mio fianco i miei due figli".
Riesce a goderseli, allora?
"Non so se sono un buon padre, di sicuro li accontento sempre. Sono sempre stato un giocherellone, figuriamoci con loro. Poi Pia ha 5 anni e avverte il fatto che Lion è sempre con me".
E com’è il rapporto con lei?
"Mi parla tantissimo. I miei amici mi prendono in giro perché lei si esprime in napoletano e io provo a risponderle. Comunque il giorno in cui sono stato più felice è stato quando per la prima volta mi ha chiamato papà. Quando senti quella parola dentro ti scatta qualcosa".
Parliamo della Nazionale?
"Mi fa ancora rabbia ricordare quell’Italia-Svezia. Non puoi uscire quando hai in squadra Belotti, Immobile e Insigne. Per non parlare dei veterani. Gli svedesi avevano al massimo due giocatori al livello dei nostri. Incredibile".
E mancava pure Mario Balotelli.
"Io ancora non ho capito perché Ventura mi ha lasciato fuori. Quando lo vidi il primo maggio dopo Nizza-Psg mi fece uno strano discorso, facendomi notare che di me non doveva scoprire nulla: da me si aspettava solo un atteggiamento da leader. Poi, non l’ho più sentito. Ora dopo l’esclusione dal Mondiale, tutti se la prendono con lui, io non voglio infierire. Però ancora non capisco perché mi ha escluso".
Si dice che sia stato il gruppo a opporsi.
"Io stimo molto Gigi Buffon. Quando l’ho chiamato per chiedergli se ci fossero dei problemi, lui me lo ha escluso. E Gigi è uno come me: le cose le dice chiare in faccia. Così come Immobile e Insigne mi hanno detto che mi avrebbero accolto volentieri".
Ora però in azzurro si aprirà una nuova fase.
"Non voglio nascondermi. Il mio sogno è quello di tornare a vestire quella maglia: mio padre era il mio primo tifoso e glielo devo. E poi, non so spiegarmi il perché, ma quando gioco con la maglia dell’Italia sento sempre delle sensazioni particolari e do sempre di più".
I suoi proponimenti per il nuovo anno?
"Chiudere bene con il Nizza e continuare a segnare tanto. L’altro giorno parlavo con Mino (Raiola, il suo procuratore, ndr) e scherzavamo sul fatto che potessi spostarmi a gennaio. Ma io sto bene a Nizza".
Ma Balotelli non può finire la sua carriera in Francia.
"L’obiettivo è quello di tornare in un grande club. Per vincere ancora qualcosa di importante".
Si sente pronto per tornare in Italia? Magari in uno dei suoi vecchi club?
"Quale?".
Diciamo il Milan, il suo amore calcistico.
"Mi spiace che le cose non stiano andando bene. Del resto a Nizza la gestione è cinese, ma si conoscono bene i proprietari. Invece al Milan tutto è misterioso. Anche il no che ho subito proprio oggi".
Cosa è successo?
"Ho sentito Ignazio Abate e mi era venuta voglia di andare a trovare i vecchi compagni a Milanello. Loro erano contenti ma Fassone ha fatto sapere che non era il caso di turbare l’atmosfera del ritiro".
Ci tornerebbe, allora, in rossonero?
"Per carità. Non vorrei avere troppe responsabilità, già l’ultima volta si erano create aspettative su di me. Ma sapete per quali colori batte il mio cuore".
Quindi all’Inter non ci pensa?
"Quello nerazzurro è un grande club. Lì mi sono trovato benissimo. Proprio l’altro giorno parlando con Ausilio gli ho fatto sapere che tornerei volentieri. Ma era così per ridere".
È stato davvero mai sul punto di andare al Napoli?
"Da quello che ho capito è stato il presidente a non voler mai approfondire il discorso. Sanno tutti che io a Napoli vado sempre volentieri".
A proposito: chi vince lo scudetto?
"Non ho nulla contro la Juve, ma ormai ne ha vinti tanti. Diciamo che mi farebbe piacere se lo vincesse una tra l’Inter e il Napoli".
In quale squadra si è trovato meglio?
"Senza dubbio al Manchester City. Lì ho vissuto la mia stagione più bella. E poi è un ambiente davvero unico. Lì tornerei anche gratis".
Il suo tecnico Favre l’ha elogiata, mettendo in luce il fatto che ora gioca anche per la squadra. È una grande novità.
"Mi fa piacere che l’abbia detto. Lui punta molto sul pressing e già l’anno scorso mi chiedeva questo impegno. Ma io non mi applicavo come sto facendo quest’anno e devo dire che sono il primo a essere contento di questo".
Prevede una carriera ancora lunga? Sino a quanti anni vuol giocare
"Conto di proseguire almeno altri 5-6 anni ad alto livello".
Come Ibrahimovic.
"Zlatan è unico. Lui dà sempre tutto per ottenere il massimo".
Le dava l’esempio ai tempi dell’Inter...
"Più che altro me le dava (e ride)...".
Come va con gli episodi di razzismo in Francia?
"Tutto tranquillo a parte un episodio verificatosi a Bastia".
Cosa pensa della legge sullo ius soli?
"Mi sembra una gran bella idea. L’ha avuta per caso Salvini? (E sorride)".
Lei ha faticato ad avere quel passaporto. "Ricordo le lunghe file per fare i documenti e il fatto che in quegli anni non potessi uscire dall’Italia. Credo che sia importante dare il passaporto a chi è nato qui e ha le energie per questo Paese. Io mi sento orgoglioso di essere italiano. Però ho solamente un rammarico: non sono ancora mai tornato in Africa. Ma prima o poi...".
Nell’Inter di Spalletti sta faticando Dalbert: che cosa ne pensa?
"A Nizza nella scorsa stagione era tra i migliori: veloce, forte in tutte le zone del campo. So che Spalletti è molto attento alla tattica. Se lo aspettano credo che non resteranno delusi".