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  • Anche la Juve sgancia i braccetti: gli inserimenti di Gatti sono un fattore

    Anche la Juve sgancia i braccetti: gli inserimenti di Gatti sono un fattore

    • Luca Bedogni
      Luca Bedogni
    C’era una volta Gasperini con tutti i suoi braccetti. Questi difensori trasformati in invasori arrivavano da Bergamo e cominciavano a sganciarsi allegramente in ogni stadio della Serie A, generando scompiglio nella fase difensiva delle avversarie, che non sapevano come arginare contemporaneamente i molteplici attacchi portati dalla Dea. Forse pensava a queste trapanate, Guardiola, quando dopo aver faticato contro l’Atalanta in Champions inventò la fortunata similitudine del dentista. Oggi la Serie A ha preso molto da quel mito fondativo. Non c’è difesa a tre che non proponga qualche soluzione analoga, più o meno temperata. La stessa Juve di Allegri, emblema di un calcio conservatore e tradizionalista, sembra aver trovato il suo braccetto-invasore. La sua formula personalissima di braccetto-invasore: la formula Gatti. 

    NON È UN CASO SE… - Non è dunque un caso che l’ex centralone del Frosinone abbia segnato contro il Monza prima e col Napoli poi due gol pesantissimi su azione. Ma se non è un caso forse non è nemmeno opportuno citarli come esempi nel merito. Infatti si tratta di due situazioni particolari. Da un lato l’arrembaggio finale, quello col Monza, potrebbe ricordare tutti quei finaloni del passato in cui salivano in attacco i difensori alti per tentare il tutto per tutto. Dall’altro il residuo di uno schema-ammucchiata su rimessa laterale (battuta tipo rugby da McKennie), come nel più recente gol vittoria col Napoli. Questo inserimento di Gatti su cross di Cambiaso è ancora diverso dal tema che vorremmo affrontare oggi, per quanto possa risultare imparentato.

    Anche la Juve sgancia i braccetti: gli inserimenti di Gatti sono un fattore

    Un conto è trovarsi già lì, dentro l’area, e sfruttare quella posizione in uno sviluppo disordinato, un conto è fare come faceva e fa tuttora Toloi, oppure Bastoni, Stones e M. Quarta. 

    TOLOI - Assegniamo, per semplificare la storia del calcio in un articolo, il ruolo di capostipite a Toloi. Costruiamoci un’agile e pronta all’uso “Storia dei braccetti in Italia”, relativa all’ultimo decennio. Toloi è senz’altro quel giocatore che più di altri e soprattutto prima di altri ha sfruttato il dispositivo in questione: l’inserimento vero e proprio del braccetto. Su azione, intendo, non come conseguenza di una palla inattiva.

    Anche la Juve sgancia i braccetti: gli inserimenti di Gatti sono un fattore

    DA GASP A INZAGHI - Più del copia-incolla di Juric o delle evoluzioni recenti Tudor e Palladino, è il caso di parlare di Simone Inzaghi. È l’allenatore che ha appreso meglio la lezione di Gasp, perché l’ha saputa trasformare in qualcosa di suo, qualcosa di nuovo. Già nel 3-5-2 della Lazio si vedeva un Acerbi molto attivo accanto al quinto di sinistra. Oggi Acerbi gioca nell’Inter, ma più da centrale centrale. È dunque Bastoni qui il riferimento da prendere. Un Bastoni che è tecnicamente notevole col suo mancino, non è soltanto un fascio di energia verso la porta avversaria, un invasore funzionale ma un po’ anonimo. Bastoni aggiunge qualità.

    Anche la Juve sgancia i braccetti: gli inserimenti di Gatti sono un fattore

    PARENTESI EUROPEA: IL CASO STONES - Su questa rubrica (facciamo giusto una parentesi europea) mi è capitato di analizzare anche lo Stones del City vincitore della Champions. Tutta un’altra complessità anche rispetto a Toloi e Bastoni, figuriamoci al confronto con Gatti. Stones, un centrocampista aggiunto a tutti gli effetti, poteva inserirsi anche oltre l’asse centrale del campo, considerando il centrodestra la sua posizione di difensiva di partenza. 

    Anche la Juve sgancia i braccetti: gli inserimenti di Gatti sono un fattore

    LA VERSIONE DI ITALIANO - In Italia qualcosa di analogo a Stones, forse un po’ più “banzai”, lo vediamo nella Fiorentina di Italiano, quando M. Quarta, che è un centrale della difesa a quattro (differenza importante), si butta negli spazi. Infatti ha già segnato diversi gol (3 come Gatti), tra i quali uno proprio all’Atalanta nato dal seguente inserimento. 

    Anche la Juve sgancia i braccetti: gli inserimenti di Gatti sono un fattore

    GATTI, L’ULTIMA ALLEGRATA - Gatti non è solo un fattore sulle palle inattive o sulle rimesse laterali. Quanto a tecnica e frequenza di inserimento non sarà uno Stones, non sarà un Bastoni, però anche lui contempla la possibilità di inserirsi o fare percussioni nello sviluppo bianconero. E sono interventi offensivi che i tifosi più perspicaci avranno certamente notato. Gatti è dei tre centrali bianconeri quello che partecipa di più alla manovra offensiva, quello che si sgancia di più. Un tempo, specialmente con Pirlo, era Danilo l’incaricato (Gatti peraltro non c’era ancora). Ma l’allegrata sta proprio qui: avendo a disposizione sia Danilo che Gatti, è il brasiliano dei due il più abbottonato. Allegri come sempre rovescia il tavolo. Volete un esempio particolarmente probante, questo sì pertinente al tema considerato nel nostro articolo? 

    Anche la Juve sgancia i braccetti: gli inserimenti di Gatti sono un fattore

    Ecco un inserimento chiave contro l’Empoli, più conquista del rigore (poi sbagliato da Vlahovic) annessa.

    Anche la Juve sgancia i braccetti: gli inserimenti di Gatti sono un fattore

    Insomma anche la Juve sgancia il suo braccetto. Ha importanza relativa che questo fatto avvenga di meno in termini di frequenza, se l’efficacia è questa. Gatti non va per automatismo, Gatti va per rara e chiaramente giustificata iniziativa. Un modo come un altro di attaccare con cinismo ed equilibrio, in perfetto stile Allegri.

    Anche la Juve sgancia i braccetti: gli inserimenti di Gatti sono un fattore
     

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