Ancelotti si prende Napoli, ma il gusto per la rimonta nasce da lontano
E' già scoppiato l'amore tra Carlo Ancelotti e Napoli. Da un rapporto con la città sempre più stretto, vissuta intensamente anche sotto l'aspetto culinario, a un legame con la piazza calcistica che si sta rinforzando a suon di risultati. Le due vittorie contro Lazio e Milan, entrambe arrivate in rimonta, stanno scaldando un popolo ancora orfano delle geometrie di Sarri e dilaniato dalla dialettica continua col presidente De Laurentiis.
LA MANO DI ANCELOTTI - Proprio oggi, approfittando della giornata libera concessa ai suoi giocatori, il tecnico emiliano ha pranzato a Capri in compagnia del numero uno del club (foto del collega di Telelombardia Davide Russo De Cerame). Un'immagine che dimostra una volta di più quanto sia saldo il legame creatosi anche tra le due figure chiamate a rilanciare la sfida a una Juventus rinforzata dall'arrivo di Cristiano Ronaldo, una sfida che diventa ancora più complicata dovendo far tesoro della pesante eredità dei 91 punti conquistati nello scorso campionato. Difficile, per non dire impossibile, immaginare che in così poche settimane si potesse vedere "la mano di Ancelotti", che nelle prime due uscite ufficiali ha inciso solo parzialmente su un sistema di gioco ormai nel DNA della squadra, con automatismi ancora redditizi, come confermato dal gol di Milik con la Lazio e quello di Mertens.
IL GUSTO DELLA RIMONTA - Pressing meno alto e meno ossessivo, la scelta di affidarsi a un centravanti vero rispetto a un falso nueve, Hamsik playmaker e una fase difensiva ancora da affinare. Questo ha detto ad oggi il nuovo Napoli, che conserva però molti più legami col passato recente di quanto non si voglia far credere. Quello della rimonta infatti non è un inedito assoluto: come riferisce in un'analisi il portale Il Napolista, solo nello scorso anno la squadra di Sarri andò sotto per prima in 13 occasioni, portando poi a casa i 3 punti in 9. Allo stesso modo, non deve sorprendere questa partenza sprint, in scia alla grande favorita per lo scudetto, la Juventus; a dispetto delle previsioni poco ottimistiche di inizio stagione, dall'annata 2012/2013 ad oggi, il Napoli è stato tra le prime tre della classifica in 183 delle 230 partite giocate, ben l'80%. 39 volte al primo posto, 74 al secondo e 70 sul gradino più basso del podio; non c'è ancora l'imprinting di Ancelotti e forse non ci sarà mai, se vogliamo metterlo per forza a confronto con Sarri.
La vera svolta risiede in una normalizzazione e in una gestione del gruppo (anche a partita in corsa) che può essere la vera rivoluzione rispetto alle stagioni scorse. Siamo solo all'inizio, ma tra Ancelotti e Napoli sembra già essere amore a prima vista.
LA MANO DI ANCELOTTI - Proprio oggi, approfittando della giornata libera concessa ai suoi giocatori, il tecnico emiliano ha pranzato a Capri in compagnia del numero uno del club (foto del collega di Telelombardia Davide Russo De Cerame). Un'immagine che dimostra una volta di più quanto sia saldo il legame creatosi anche tra le due figure chiamate a rilanciare la sfida a una Juventus rinforzata dall'arrivo di Cristiano Ronaldo, una sfida che diventa ancora più complicata dovendo far tesoro della pesante eredità dei 91 punti conquistati nello scorso campionato. Difficile, per non dire impossibile, immaginare che in così poche settimane si potesse vedere "la mano di Ancelotti", che nelle prime due uscite ufficiali ha inciso solo parzialmente su un sistema di gioco ormai nel DNA della squadra, con automatismi ancora redditizi, come confermato dal gol di Milik con la Lazio e quello di Mertens.
IL GUSTO DELLA RIMONTA - Pressing meno alto e meno ossessivo, la scelta di affidarsi a un centravanti vero rispetto a un falso nueve, Hamsik playmaker e una fase difensiva ancora da affinare. Questo ha detto ad oggi il nuovo Napoli, che conserva però molti più legami col passato recente di quanto non si voglia far credere. Quello della rimonta infatti non è un inedito assoluto: come riferisce in un'analisi il portale Il Napolista, solo nello scorso anno la squadra di Sarri andò sotto per prima in 13 occasioni, portando poi a casa i 3 punti in 9. Allo stesso modo, non deve sorprendere questa partenza sprint, in scia alla grande favorita per lo scudetto, la Juventus; a dispetto delle previsioni poco ottimistiche di inizio stagione, dall'annata 2012/2013 ad oggi, il Napoli è stato tra le prime tre della classifica in 183 delle 230 partite giocate, ben l'80%. 39 volte al primo posto, 74 al secondo e 70 sul gradino più basso del podio; non c'è ancora l'imprinting di Ancelotti e forse non ci sarà mai, se vogliamo metterlo per forza a confronto con Sarri.
La vera svolta risiede in una normalizzazione e in una gestione del gruppo (anche a partita in corsa) che può essere la vera rivoluzione rispetto alle stagioni scorse. Siamo solo all'inizio, ma tra Ancelotti e Napoli sembra già essere amore a prima vista.