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Ancelotti, perché Ounas? Siamo a una svolta per lo scudetto, la Juve scappa
Vogliamo dirla tutta: è da sconcerto. Anche perché dall’altra parte Di Carlo va immediatamente sul concreto. Difesa a quattro la prima novità; formazione “anziana” e dunque largo all’esperienza e poi Sergio Pellissier: l’antico capitano rispolverato come leader e riferimento della squadra. Vuole offrire motivazioni nuove, il nuovo allenatore. Nuovo e però vecchio, visto che è la terza volta che gli affidano il compito di tirar fuori il Chievo dalla disperazione. E stavolta la disperazione è veramente tanta. Comunque sia, la prepara bene, Di Carlo, la partita. Col suo quattro-tre-uno-due, infatti, si copre abbastanza, ma, soprattutto, abbassando Birsa quando occorre, si ritrova spesso a centrocampo con uomo in più. E questa cosa al Napoli qualche problema lo procura. Non foss’altro che per quegli spazi che riduce all’avversario. E li riduce là in mezzo, dove Ounas da confusionista diventa confusionario. Non è colpa sua, per carità, ma se a questo s’aggiunge il ritmo molle come il prato rallentato dalla pioggia e s’aggiungono anche la corsa frenata di Malcuit e la scarsa disponibilità dei call’assistenza dell’attacco, beh, allora ecco spiegato un primo tempo con poco senso e pochi spunti. Le cose da tenere a mente? Giusto un paio di destri di Callejon al quale Sorrentino nega tutto, un salvataggio di De Paoli su Insigne e un rigore (forse) negato a Callejon fatto volare via da Obi. Troppo poco comunque per un Napoli che sa dal giorno prima dei successi dell’Inter e della Juve.
Però, dopo questo primo tempo regalato. Cambia qualcosa, nel secondo, quando Ancelotti fa mea culpa e tira via dal campo - finalmente - Ounas e Diawara dando tempo a Milik e Allan. Più vivace, più determinato il Napoli. Il Chievo traballa ma resiste. Resiste perché Insigne (4’) incredibilmente sbaglia; perché Sorrentino chiude la porta due volte a Mertens e una volta a Lorenzinho; perché sempre Insigne trova il palo (31’) sul suo destro a giro e perché Koulibaly in mezza acrobazia manda d’un niente fuori. Insomma, molto più Napoli che Chievo nel secondo tempo. Chievo che mette il naso fuori dalla propria metà campo poche volte, ma che difende con orgoglio il suo nuovo modo di far calcio e il suo primo punto positivo. Nessun dubbio, la salvezza resta assai lontana, ma il Chievo che s’è visto a Napoli da retrocessione non lo è proprio.
Napoli-Chievo 0-0
Napoli (4-4-2): Karnezis; Malcuit, Albiol, Koulibaly, Hysaj (28' st Mario Rui); Callejon, Diawara (13' st Allan), Zielinski, Ounas (13' st Milik); Mertens, Insigne. All. Ancelotti
Chievo (4-3-1-2): Sorrentino; Depaoli, Bani, Rossettini, Barba; Obi (19' st Stepinski), Radovanovic, Hetemaj; Birsa; Pellissier (16' st Kyine), Meggiorni (30' st Cacciatore sv). All. Di Carlo
Arbitro: Chiffi di Padova
Ammoniti: 21' pt Diawara (N), 12' st Barba (C), 38 st Mario Rui (N)