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    Ancelotti: 'Napoli è la piazza giusta per restare a lungo. Mi sento napoletano'

    Ancelotti: 'Napoli è la piazza giusta per restare a lungo. Mi sento napoletano'

    Ecco alcuni passaggi dell'intervista di Carlo Ancelotti alla Gazzetta dello Sport:

    Lei pensa sia immaginabile, per esempio qui a Napoli, un’idea del manager che resta per diversi anni come è per esempio nel calcio inglese?

    «Mi piacerebbe molto. Forse qui ci sono le caratteristiche adatte a un progetto simile».

    Che cosa ha Napoli che le piace? A uno come lei che viene dalla Bassa?

    «Strano eh?».

    Però interessante…

    «Di Napoli mi piacciono tante cose. Ovviamente il paesaggio e la luce. Il golfo di Napoli, con Capri di fronte. Il Vesuvio: ti svegli la mattina e hai questa fotografia emozionante davanti. Poi che ha Napoli? La gente è molto disponibile. Il napoletano non si prende troppo sul serio. E’ gente allegra, disponibile, aperta. Mi piace poi la passione che c’è dietro questa squadra. Passione e rispetto. Tutti pensano che Napoli sia sempre un grande, esuberante, putiferio. A me piace frequentare la città, vado per strada, nei ristoranti e nessuno mi ha mai disturbato, sono molto rispettosi. Forse perché mi vedono un po’ vecchio…».

    A proposito di senso civico, lei ha detto che se negli stadi continueranno gli slogan contro Napoli, che poi sono urla razziste, lei chiederà che la partita si fermi.

    «Io non voglio fare un discorso solo sul Napoli, ovviamente. Voglio parlare degli stadi italiani e della lotta contro ogni intolleranza. Una cosa sono i cori e gli striscioni divertenti, altro le manifestazioni di odio e la demonizzazione di città, colori della pelle, appartenenze etniche o religiose. E’ un malcostume che deve finire. Credo che anche il presidente della Federazione sia sensibile a questo, gli arbitri sono sensibili, ci sono delle regole che gli organi competenti devono far rispettare. Se ci sono quei cori si devono attuare delle procedure: la segnalazione del capitano all’arbitro, l’annuncio con gli altoparlanti e, se nulla serve, la sospensione della partita. Serve far capire che si fa sul serio, che non si finge di essere sordi».

    Degli insulti che Koulibaly prende regolarmente in tutti gli stadi cosa pensa?

    «E’ uguale, devono fermare le partite».

    Koulibaly una volta mi ha detto «Io sono napoletano». Anche lei si sente un po’ così?

    «Sì. Mi piace l’atmosfera che si vive qui, l’ambiente. Napoli accoglie, non respinge».

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