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Ancelotti, il Napoli non è ancora tuo: questo turnover è fallimentare
SCELTE DISCUTIBILI - Qualità riconosciuta ad Ancelotti e ventilata differenza con il predecessore Sarri, uno dei crucci del presidente De Laurentiis: ruotare i giocatori, valorizzare ogni elemento della rosa a disposizione. Con Sarri giocavano sempre gli stessi, le sostituzioni erano sempre le stesse. Ancelotti stasera ha osato: fuori capitan Hamsik per Diawara, Verdi in luogo di Callejon. In un sol colpo, via dall’11 titolare due cardini imprescindibili, elementi chiave anche per personalità e carattere. Rumorosa soprattutto l’esclusione dello spagnolo, vero pretoriano di Sarri: negli ultimi due campionati, su 76 partite totali, era partito dal 1’ minuto 75 volte. L’unica assenza dovuta a una squalifica. Non un caso. Tagli costanti, movimenti senza palla e copertura nella fase difensiva: il Napoli non può fare a meno di Callejon, e la partita di stasera ne è una chiara testimonianza.
IN CONFUSIONE - Tanti indizi che costituiscono una prova: questo Napoli non è ancora quello di Ancelotti. Un surrogato, un miscuglio ancora indefinito di nozioni, idee e meccanismi di Sarri, miscelato alla sostanza e alla praticità inserita dall’ex Bayern Monaco. Una confusione non migliorata, anzi palesata dalle sostituzioni: all’intervallo bocciato Verdi e, a sorpresa, Insigne, dentro Mertens e Ounas. Il risultato è evidente: due partite, soprattutto quella con il Milan, riprese per i capelli, più di rabbia, di voglia, che con il gioco, e una sconfitta netta. Una difesa, inoltre, che fa acqua da tutte le parti: 6 reti subite in 3 gare, con una sensazione di costante incertezza. La sosta arriva al momento giusto: Ancelotti dovrà lavorare per fare suo un Napoli ancora troppo legato, forse anche sentimentalmente, al vecchio maestro Sarri.