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    Ancelotti-Gattuso, c'eravamo tanto amati: tutte le tappe di un rapporto burrascoso

    Ancelotti-Gattuso, c'eravamo tanto amati: tutte le tappe di un rapporto burrascoso

    • Gabriele Stragapede
    Carlo Ancelotti e Gennaro Gattuso. L’incontro non sarà soltanto la prima semifinale della Supercoppa di Spagna: la sfida che si svolgerà a Riyad, in Arabia Saudita, sarà anche un’occasione per due vecchi amici per ritrovarsi, dopo lungo tempo. E la definizione di vecchi amici calza a pennello. Sì, perché il rapporto tra Ancelotti e Gattuso non è più idilliaco come un tempo. Il tempo del Milan, delle grandi vittorie in campo europeo, del dominio rossonero in campo nazionale e continentale. Un tempo passato, però. Un passato che non riflette più lo stato attuale dei fatti. Un rapporto che aveva mostrato già i primi scricchiolii ai tempi del Napoli, quando l’ex numero 8 del Diavolo aveva sostituito proprio Ancelotti sulla panchina partenopea: “Quando sono andato al Napoli, per qualche mese sui giornali si è parlato molto del fatto che la squadra non stesse bene quando c’era Carlo… non stava bene fisicamente. In quei due anni alcune cose non sono state fatte bene (QUI LE ULTIME DICHIARAZIONI DI GATTUSO)”. Si cominciò ad aprire un divario tra i due. Le ultime settimane di Ancelotti al Napoli state tumultuose, a dir poco. Al punto che i giocatori sollevarono una rivolta e boicattorono il ritiro imposto dal presidente De Laurentiis dopo una partita di Champions League contro il Salisburgo. Gattuso non c'entrava nulla. Ma quando Ringhio arrivò al Maradona, le braci per il licenziamento di Ancelotti ancora molto calde. E per una cosa o per l'altra, questo ha finito per deteriorare un rapporto più che fraterno. Ora Riyad può essere il luogo della pace o della definitiva rottura di una relazione che era molto più di un’amicizia, anche più di una fratellanza.

    COME PADRE E FIGLIO - "Ancelotti è come un padre per me, in tutti questi anni mi è sempre stato vicino e mi ha sempre aiutato. Ha vinto tutto, devo ancora dimostrare molto”. "L'unico giocatore con cui sono stato in grado di avere un rapporto fraterno è stato Gattuso". Parlavano così, solo pochi anni fa, Gattuso ed Ancelotti. E basta girovagare un po’ per il web per capire che rapporto avessero. Provate a scrivere Gattuso Ancelotti sul vostro motore di ricerca. Abbracci, sorrisi, trionfi. Immagini che, meglio di qualsiasi altra parola, riescono a definire la loro relazione. Perché ancor più che due fratelli, Ancelotti e Gattuso sono la più grande rappresentazione calcistica dell’amore che solo un padre può vivere nei confronti di un figlio. Ma come in ogni famiglia, i problemi sono all’ordine del giorno. Aspettano, si insinuano e finiscono per rovinare anche il più saldo dei rapporti.
    UN ANNO DI SILENZIO - "Ho parlato con Ancelotti, l'ultima volta è stata un anno fa. Quando giocavo, vivevo già come allenatore. Quando vedo che una persona ti dà tutto come Carlo, mi getto nel fuoco per lui. Quando ho visto qualcosa che non mi piaceva nello spogliatoio del Milan, ha parlato per il bene della squadra, non per il mio bene. Il rapporto era questo. Ora il rapporto è un po'… Non è più come quello di prima. Non ci parliamo da un anno”. Ha dichiarato l’attuale allenatore del Valencia in conferenza stampa. Parole al quale il tecnico dei Blancos ha voluto rispondere così: “Abbiamo passato dei bei momenti, abbiamo vinto due Champions League assieme, abbiamo passato dei momenti che io ricorderò per sempre. Poi, non sempre il rapporto continua nel migliore dei modi. Abbiamo avuto dei problemi che sono strettamente personali e non voglio parlare di questo”. Ricordi di un tempo passato. Presa di coscienza di un presente fatto di silenzi. Silenzi più assordanti di ogni successo. Ed ora l’incontro, in Arabia Saudita. In palio un posto nella finale di Supercoppa di Spagna. Un’occasione per rivivere quel passato, quegli abbracci, quell’amore. Un’occasione per rivedere padre e figlio di nuovo assieme.

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