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    Amrabat si è finlmente preso la Fiorentina: quando la fiducia cambia il rendimento di un giocatore

    Amrabat si è finlmente preso la Fiorentina: quando la fiducia cambia il rendimento di un giocatore

    Se nelle prime sette partite della stagione la Fiorentina, esclusa la pessima prestazione di Udine, ha quasi sempre mantenuto il pallino del gioco contro ogni avversario gran parte del merito è da attribuire al nuovo play del centrocampo Sofyan Amrabat. E pensare che fino a qualche mese fa il marocchino rappresentava un oneroso errore di mercato: i 20 milioni versati dai viola nelle casse del Verona, per quanto dimostrato dal giocatore nei primi due anni, apparivano a molti un’esagerazione. Senza pensare a quanto poi successo solo 3 mesi fa, quando il club lo ha promosso al posto di Torreira: in molti hanno messo in dubbio questo tipo di scelta, soprattutto per le caratteristiche tecniche e fisiche dei due.
     
    Dopo le grandi prestazioni con Twente e Napoli il centrocampista si è confermato anche contro la Juventus. Dal primo minuto ha eretto un muro davanti alla difesa, ringhiando contro chiunque gli passasse vicino: per larghi tratti della sfida ha giganteggiato a centrocampo contro avversari di grande livello. Adesso Amrabat è diventato un tassello fondamentale per lo scacchiere di Vincenzo Italiano, fondamentale nella sua crescita personale: nonostante abbia ancora qualche lacuna in fase di impostazione, è diventato il tutto fare di questa squadra. Corre in pressione sul regista avversario, rincorre chiunque lo sfidi nell’uno contro uno ed è utile in fase di raddoppio di marcatura: il marocchino è praticamente ovunque. La rinnovata fiducia del tecnico lo ha rigenerato.
     
    POCA CONCORRENZA - Probabilmente a favorirlo è anche una concorrenza non proprio irresistibile. Il suo designato sostituto è Rolando Mandragora, ancora alla sua prima stagione in viola: l’ex Torino, che anche con Juric ha poche volte ricoperto il ruolo di regista, prima di essere al 100% avrà ancora bisogno di lavorare molto. Lui infatti non può, come invece al contrario suo il marocchino, sfruttare i dodici mesi di lavoro con il mister e per questo ancora è indietro nelle gerarchie di squadra. 
     

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