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    Amoruso a CM: 'Rangers, siamo tornati! Tifosi, derby: quanti ricordi. In futuro...'

    Amoruso a CM: 'Rangers, siamo tornati! Tifosi, derby: quanti ricordi. In futuro...'

    • Angelo Taglieri
    Un vero e proprio immortale, in terra di Scozia. Lui, cattolico, è un Highlander della Glasgow protestante, quella che da ieri è in festa per il ritorno, dopo 4 anni, in Scottish Premier League dei Rangers. Lorenzo Amoruso ha indossato la maglia dei Gers dal '97 al 2003, entrando nel cuore dei tifosi scozzesi e nella storia del club, vincendo 3 campionato scozzesi, 4 Coppe di Scozia, 3 Coppe di Lega e miglior giocatore della Premier nel 2002. E oggi, in esclusiva a Calciomercato.com, manifesta la sua gioia per il ritorno nel calcio che conta dei Rangers: "Mancava solo la matematica, era una cosa già fatta. E' stata dura vedere il club retrocesso in maniera ingiusta. Ma ora siamo tornati. Ci saranno da mettere tanta voglia e tanti soldi, serviranno rinforzi adeguati, ma questo è un gran passo. Il mio primo pensiero va ai tifosi, perché gli allenatori cambiano, i giocatori vanno e vengono, i presidenti passano, ma loro restano sempre. Sono l'anima dei Rangers, hanno amore viscerale per il club. Ho girato il mondo con la maglia dei Rangers, e loro erano ovunque".

    Lei è stato protagonista in diverse occasioni nell'Old Firm, il derby col Celtic, uno dei più importanti nel calcio mondiale. E finalmente dalla prossima stagione tornerà a disputarsi. 
    "E' una partita particolare, nella settimana che anticipa il match non esiste nient'altro. Va oltre il calcio, è una rivalità storica, che sfocia nel sociale, anche se negli ultimi anni si è un pò tranquillizzata. E' un evento unico, si diventa i padroni di Glasgow. E far parte di questo evento storico, perché è così, è magico e unico: noi abbiamo vinto un titolo al Celtic Park, per la prima volta nella storia. Un pezzo di storia che nessuno può portare via". 

    Primo cattolico ad indossare la fascia dei Rangers. Cosa ha provato? 
    "Primo e unico (ride, ndr). E' un motivo d'orgoglio ulteriore. Vincere è sempre bello, e io sono uno che non vuole perdere neanche a briscola, e farlo con la fascia da capitano indosso è qualcosa di speciale". 

    A 36 anni uno degli eroi della promozione è Kenny Miller, che con lei ha giocato ventenne nella stagione 2000-01. 
    "Kenny ha anche avuto una storia particolare, visto che ha indossato, dopo quella dei Rangers, la maglia del Celtic. I tifosi, però, sono riusciti a perdonarlo. Attaccante rapido e veloce, fui vicinissimo a portarlo alla Fiorentina nel 2011, poi andò in Turchia (al Bursaspor, ndr). Nonostante il passatto in bianconverde, Kenny è un Rangers-man". 

    Ora alleni delle Sqaudre da Incubo, ma nel futuro c'è il sogno di allenare i Rangers? 
    "Me lo aguro. Nessuno mi ha mai dato fiducia, devi trovare chi te la dà. Serve anche un pizzico di fortuna. Per il momento lavoro in radio e in tv, cerco di parlare di calcio con passione spiegarlo in maniera semplice per farlo capire a tutti. Nessuno mi ha dato fiducia, quindi si dovrebbe basare su quello che io ho dato da calciatore. Però se qualcuno mi dovesse affidare una panchina, a maggior ragione una squadra in cui ho giocato, perché no?".
     

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