AMARCORD: Alexi Lalas, tu vuò fà l'americano
Capelli lunghi e incolti, pizzetto caprino e chitarra a tracolla. Chi può dimenticare Alexi Lalas? Il primo americano sbarcato in serie A e più precisamente in quel di Padova, dal Dopoguerra. Papà greco (il cognome tradisce le origini elleniche) e mamma statunitense, Alexi è nato a Birmingham, quella americana però, in Michigan, quaranta anni fa, nel 1970.
Comparve per la prima volta davanti ai nostri occhi ad Usa '94. Difficile non notarlo; era il difensore centrale degli Stati Uniti allenati da Bora Milutinovic.
Il Mondiale di Lalas fu discreto ma non fu senza dubbio il suo calcio ad apirgli le porte della serie A. Il Padova di Sandreani lo ingaggiò più che altro per una scelta di marketing (l'americano era un difensore lento e un po' goffo). Lui però non deluse le aspettative e divenne titolare fisso. Tra le sue imprese si ricorda un gol segnato nientepopodimeno che al Milan. Le televisioni facevano a gara per averlo e alcune sue perfomance sono rimaste nella storia come quando definì Zeman un 'Vaffan..' o quando salutò la presentatrice della Domenica sportiva con una 'Ciao bela come stai?'
L'anno successivo le sue prestazioni calarono, il Padova scese in B e lui tornò in America. Nella città di Sant'Antonio però lo ricordano ancora con affetto. Negli anni della sua permanenza nella città veneta non era cosa insolita entrare in un locale e vederlo strimpellare la chitarra. La musica per lui era più di una passione; il difensore era voce e chitarre dei Gypsies, un gruppo rock che ha all'attivo due album. Non mancano anche alcuni dischi da solista.
Dopo un breve periodo di calcio giocato nelle Major League Soccer, Lalas ha appeso gli scarpini al chiodo, ha tagliato barba e capelli, ha indossato giacca e cravatta e si è reinventato dirigente. Nel suo curriculum spicca l'incarico di general manager dei Los Angel Galaxy. Determinate il suo contributo per l'arrivo in California di David Beckham. Attualmente Lalas è commentatore di Espn.
Nel calcio giocato Lalas non sarà ricordato come Baresi, nella storia musicale non ha il peso di Freddie Mercury, ma la sua figura scanzonata, menefreghista e ribelle ha alleggerito le nostre domeniche calcistiche per un po'. Solo per questo merita un grazie.