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    Allenare non fa più per Domenech: col Nantes altro flop del 'maestro di tattica' che ci consegnò il Mondiale

    Allenare non fa più per Domenech: col Nantes altro flop del 'maestro di tattica' che ci consegnò il Mondiale

    • Furio Zara
      Furio Zara
    E niente, allenare non fa più per lui. Qui si dice di Raymond Domenech, durato sei settimane - il tempo di 4 punti e nessuna vittoria in 7 partite - sulla panchina del Nantes. Avventura finita, game over per il «Grande Antipatico» del calcio europeo, l’uomo che - da ct della Francia - ci trovammo di fronte nella finale Mondiale del 2006, a Berlino, quando infiammò la vigilia dicendo che "è una leggenda che gli allenatori italiani siano maestri di tattica".

    Era stato ingaggiato il 26 dicembre 2020, in sostituzione dell’esonerato Christian Gourcuff. Si era presentato bello carico, col solito ghigno beffardo, voglioso di rimettersi in gioco dopo una pausa lunghissima, a 27 anni dall'ultima volta (datata 1993, a Lione) in Ligue1 e a 10 dalla sua ultima volta sulla panchina della Francia. Aveva raccolto i cocci di un Nantes quintultimo in classifica, con 15 punti dopo 17 partite di campionato. "Sono in un club leggendario - annunciò tronfio come da repertorio - e sono qui per risollevare la squadra". Obiettivo fallito.

    Domenech lascia un Nantes in disarmo, scivolato al 18° posto e a forte rischio retrocessione. Pare che perfino i giocatori gli abbiano voltato le spalle, così il presidente - Waldemar Kita - l’ha sollevato dall’incarico e sta pensando a Antoine Kombouaré, già sulla panchina del PSG (2009-dicembre 2011), esperto in salvezze (Digione e Tolosa le ultime) e valorizzatosi da giocatore proprio del Nantes.

    A 69 anni forse Domenech - che per questo suo ritorno aveva dovuto attendere la cosiddetta "deroga Ranieri", cioè la possibilità che si dà ad un over 65 di allenare in Ligue1 - deciderà di mettere il punto su una carriera cominciata con grandi ambizioni e poi naufragata. Ne ha viste di tutti i colori, il buon Raymond, amato (poco, da qualcuno che va controcorrente per il gusto di farlo) e detestato (assai) in Francia, dove viene ritenuto colpevole del disastro sportivo - con ammutinamento della squadra - al Mondiale del 2010 in Sudafrica.

    Arrogante, controverso, snob, maestro nel provocare gli avversari, con un passato non sempre limpido (nel 1994, da Ct dell’Under 21, venne accusato di bagarinaggio, stava vendendo fuori dallo stadio il pacchetto di biglietto che la Federazione Francese gli aveva assegnato), reo confesso nel fare la formazione consultando gli astri e capace di attirare su di sé l’ira funesta di tanti giocatori che ha allenato.

    Ma RD è certamente anche un tipo bizzarro, capace di regalare sempre sorprese. Sentite questa: nel 2008, con la Francia eliminata in malo modo dall’Europeo, Domenech ha la bella idea di presentarsi davanti alle telecamere e sorprendere tutti. Nodo della cravatta allentato, barba non rasata, sguardo allucinato, capelli grigi arruffati ad arte. Ci parli della partita, Domenech? Macchè. Il ct spiazza tutti con un colpo da maestro (d'altronde gli riesce facile: è un attore di teatro a tempo perso, lui) chiede ufficialmente alla sua compagna, la giornalista Estelle Denis con cui convive da anni e da cui ha avuto due figli, di sposarlo. Ma si può?. «Perdonami, Estelle, mi sposi?». Ma come, i francesi si aspettano il mea culpa, pretendono spiegazioni sulla vergognosa figura della Nazionale e invece si trovano davanti un fidanzatino con la fregola di infilare l'anello al dito. Sarà pure il Grande Antipatico, ma come si fa a non provare tenerezza per un orsetto così?

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