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  • Allegri lo preferiva a Di Maria, Berardi fa sognare la Juve: batte l'Inter e riapre il campionato. E non doveva neanche giocare...

    Allegri lo preferiva a Di Maria, Berardi fa sognare la Juve: batte l'Inter e riapre il campionato. E non doveva neanche giocare...

    • Marcello Chirico
      Marcello Chirico
    Alla fine, meglio così. Meglio che sabato scorso l’arbitro Colombo si sia tenuto in tasca il cartellino rosso e dal Var Fabbri non gli abbia consigliato di usarlo nei confronti di Berardi. Grazie infatti al suo splendido gol dell’altra sera a San Siro il campionato è di nuovo riaperto, e in teoria anche la Juventus può continuare a “desiderare” di vincere pure lei lo scudetto (cit. Allegri), grazie appunto alla bella vittoria del Sassuolo anche contro l’”ingiocabile” e “invincibile” Inter di Simone Inzaghi. Dopo Madama, è toccato alla Beneamata lasciarci le penne. Per giunta in casa propria, di fronte all’ennesimo sold out. Sconfitta avvenuta per mano (e piede) di un calciatore che non avrebbe dovuto giocare.

    Mimmo Berardi è stato il trascinatore degli emiliani in entrambe le gare, e ovviamente alla Continassa - anche se pubblicamente non lo ammetterà nessuno – cresce il rimpianto per non essere riuscito a portarlo a Torino questa estate, tra l’altro col pieno consenso del giocatore. Alla Juventus hanno fatto  troppo affidamento sui buoni rapporti con l’ad Carnevali che invece stavolta gli ha risposto picche, offendendosi pure per l’aver contattato il calciatore prima di lui (come se il comportamento bianconero rappresentasse  un unicum nella storia del calciomercato). La storia, però, non sembra affatto finita lì, per ammissione reciproca nei giorni scorsi di Giuntoli (“lo seguiamo con attenzione”) e dello stesso Carnevali (“Via a gennaio? Non si può escluderlo”).

    Tra l’altro, va ricordato, che Allegri ha richiesto più volte alla dirigenza bianconera l’acquisto di Berardi, persino quando alla Continassa decisero di puntare su Di Maria: pure in quell’occasione Max riferì a Cherubini che avrebbe preferito l’attaccante calabrese a quello argentino, ma non venne accontentato anche perché il calciatore non desiderava lasciare Sassuolo. La scorsa estate si era deciso a farlo, ma ad impedirglielo stavolta è stato appunto Carnevali, avanzando una richiesta esagerata per un 30enne.

    Se ne riparlerà nel mercato invernale o il prossimo giugno, nel frattempo Berardi ha sbancato il Meazza e rimescolato la classifica di Serie A, decidendo una partita che non avrebbe dovuto nemmeno giocare. Com’era giusto che fosse, per quell’entrata con l’intera suola sulla tibia di Bremer nella gara al Mapei. 

    Il designatore Rocchi ha ammesso che lui lo avrebbe espulso, ma poi ha pilatescamente difeso arbitro e Var “non in possesso degli elementi per modificare la decisione presa sul campo”. Quindi, come sempre, va bene così. Ma non va bene affatto, perché gli elementi per l’espulsione diretta c’erano tutti: l’immagine era chiara, e non aveva senso nemmeno la tesi della “velocità non estrema” dell’intervento per provare in qualche modo a giustificare il mancato rosso arbitrale. Altrimenti siamo alle solite, ovvero all’interpretazione mai uniforme del regolamento ad ogni partita.

    Un aspetto non marginale ma che al tifoso interessa sempre e solo se é coinvolta la propria squadra, se penalizza quella avversaria non lo riguarda. Anzi, com’è capitato proprio per il rosso mancato a Berardi, in tanti si erano subito schierati con l’arbitro Colombo, ritenendo sufficiente la semplice ammonizione. E alla stessa stregua si sono comportati i soliti opinionisti o colleghi che si spacciano per super-partes, invece stanno sempre da una parte sola: contro la Juve.

    Il gol (decisivo e bellissimo) segnato mercoledì a sera a San Siro da Mimmo Berardi è dedicato a tutti costoro. Si chiama legge del contrappasso.

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