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    Allegri ha poco coraggio e la Juve non brilla. Giovani top, ma li 'tiene al guinzaglio'

    Allegri ha poco coraggio e la Juve non brilla. Giovani top, ma li 'tiene al guinzaglio'

    • Omar Savoldi
    Se vogliamo vedere il bicchiere mezzo pieno potremmo coltivare almeno la speranza che tutte le tegole cascate sulla Juve ultimamente (l'inchiesta Prisma e le conseguenti penalizzazioni inflitte dalla Procura sportiva, Pogba, Fagioli) servano a compattare squadra e società. In questo senso, l'emergenza potrebbe essere d'aiuto a far uscire da un eccesso di dilemmi e timori.

    Quindi, aumento di concentrazione e più coraggio perché non è il momento di fare troppi calcoli. Non è il momento del bilancino e del braccino (corto). Si è detto che Allegri è un allenatore da giocatori formati. Può darsi. Questo farebbe capire il suo eccessivo paternalismo, che andrebbe di conserva con l'idea d'un calcio semplice, poco studiato e deregolato, da lasciare quasi del tutto agli interpreti in campo. Perciò con quest'impostazione, i calciatori dovrebbero essere forgiati dall'esperienza oltre che dal talento. Ma non sempre bastano età e tecnica perché l'allenatore deve saper valutare la qualità dei giocatori. Ce lo ha ultimamente ricordato Pirlo che scelse la Juve proprio per dimostrare al Milan e al suo allenatore di allora, Allegri, di non essere affatto finito. Si sa come andò.

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