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    Allegri ha costruito una Juve perfetta. Buffon, ora la Coppa e il Pallone d'oro

    Allegri ha costruito una Juve perfetta. Buffon, ora la Coppa e il Pallone d'oro

    • Stefano Agresti

    La Juve è perfetta, non sbaglia nulla: né a difendere, né a interpretare i momenti della partita, né a colpire. Così si prende la finale, perché pare impossibile che il Monaco possa ribaltare a Torino - là dove non vince mai nessuno - questo straordinario 2-0. Poi è vero che i bianconeri non sono stati aggressivi, non hanno dominato, hanno anche sofferto, ma è la partita che dovevano fare: vietato lasciare spazi e campo al Monaco giovane ed esuberante di Jardim. Il risultato dà ragione all’interpretazione di Allegri: a meno di sconquassi lo aspetta, a Cardiff, il Real di Zidane, anch’esso a un passo dalla finale.

     

    E’ andata più o meno come immaginavamo: la Juve ha atteso e ha segnato, due occasioni e due gol; il Monaco ha provato a giocare e ha subito, perché se lasci le opportunità ai bianconeri, loro non sbagliano. Spietati? Sì, anche spietati, e in fondo nel calcio non è un difetto bensì una qualità. Ma, soprattutto, pieni di classe e di campioni. Come Dani Alves, che Allegri ha schierato là davanti in stile Cuadrado, davanti a Barzagli, perché preoccupato dalle offensive dei francesi sulle fasce: il brasiliano ha riscattato una stagione un po’ così con una partita meravigliosa, nobilitata da due assist pazzeschi. O come Higuain, che quegli assist ha raccolto e sfruttato come solo i fenomeni sanno fare (e ci viene da ridere se pensiamo che c’era chi lo criticava perché in Champions - dicevano - non segnava). O ancora come Buffon, decisivo nei momenti più delicati della sfida, su Mbappé nel primo tempo, su Falcao a inizio ripresa, su Germain allo scadere. E diteci perché, se dovesse finalmente alzare la Champions in faccia a Ronaldo, non debba essere Gigi a prendersi quel Pallone d’oro che starebbe a meraviglia nella bacheca del portiere più forte di tutti i tempi.

     

    Allegri ha vinto la partita perché la Juve è più forte del Monaco, e questa è la condizione essenziale per spiegare il 2-0, ma ancora una volta ha azzeccato ogni scelta. Soprattutto quella che, in avvio, è sembrata particolarmente sorprendente, dentro Barzagli e fuori Cuadrado, con Dani Alves avanzato nella posizione di attaccante esterno. E’ forse questo il ruolo in cui il brasiliano rende meglio oggi, perché non è più un ragazzino, perché non gioca più in un Barcellona che domina ogni avversario. E’ stato determinante. Così come Higuain, l’altro uomo scelto per compiere il salto di qualità in Champions League. Due anni fa la Juve arrivò in finale senza averlo programmato, non per caso però andando oltre le aspettative. Stavolta sta raggiungendo il traguardo al culmine di un percorso progettato e realizzato alla perfezione. Sì, anche tra i dirigenti i bianconeri sono pieni di campioni.

     


    @steagresti
     


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