Getty Images
Allegri glissa, ma i tempi per Rabiot sono strettissimi: cosa succede sul rinnovo
"Parlare ora di mercato non ha senso, a quello ci pensa la società". Massimiliano Allegri non vuole avere altri pensieri per la testa che non siano quelli proiettati - nell'immediato - alla sfida di San Siro contro il Milan e alla risalita di una squadra rinfrancata dalle ultime due vittorie consecutive (che mancavano dal maggio scorso). Ci sarà tempo e modo di affrontare le questioni inerenti alla programmazione della Juve che verrà, che rischia dal prossimo luglio di non poter contare più su Adrien Rabiot.
LA CERTEZZA - Il centrocampista più in forma del momento - e non è solo un fatto di gol, come ci tiene a precisare il francese - l'uomo sul quale l'allenatore bianconero confida di ricostruire una Juve solida, compatta ma anche di qualità nel reparto chiave per qualsiasi squadra. In attesa del miglior Paredes e del rientro di Pogba, tocca ancora una volta all'ex Paris Saint-Germain prendersi sulla spalle una squadra in cerca di conferme e di nuovi equilibri. Difficile immaginarlo soltanto qualche settimana fa, quando l'affare col Manchester United risultava pressoché apparecchiato. Agosto è lontano, il prossimo giugno ancora di più. Eppure, il tempo del dentro o fuori per un giocatore avviato verso la conclusione naturale del suo contratto rischia di avere scadenze decisamente più impellenti. Perché a novembre inizia un Mondiale del quale Rabiot dovrebbe essere protagonista, la più grande delle vetrine possibili per mettersi in mostra.
TEMPI STRETTI - Difficile ad oggi immaginare che un calciatore capace di strappare tre anni fa un accordo da 7 milioni netti a stagione e di respingere la ricca proposta dello United sia disposto a trattare al ribasso per il nuovo accordo. L'unica soluzione attuabile dalla Juventus per conciliare le esigenze ribadite dal presidente Agnelli nella lettera agli azionisti dei giorni scorsi: la competitività sportiva e la sostenibilità economica. Allo stato dell'arte, Rabiot non rientra nei parametri futuri del club bianconero e a maggior ragione una prima parte di stagione su alti livelli e una convocazione per il Mondiale in Qatar non giocano a favore di Allegri. L'unico vero incrollabile sponsor del francese all'interno della Juve, anche in tempi non sospetti.
LA CERTEZZA - Il centrocampista più in forma del momento - e non è solo un fatto di gol, come ci tiene a precisare il francese - l'uomo sul quale l'allenatore bianconero confida di ricostruire una Juve solida, compatta ma anche di qualità nel reparto chiave per qualsiasi squadra. In attesa del miglior Paredes e del rientro di Pogba, tocca ancora una volta all'ex Paris Saint-Germain prendersi sulla spalle una squadra in cerca di conferme e di nuovi equilibri. Difficile immaginarlo soltanto qualche settimana fa, quando l'affare col Manchester United risultava pressoché apparecchiato. Agosto è lontano, il prossimo giugno ancora di più. Eppure, il tempo del dentro o fuori per un giocatore avviato verso la conclusione naturale del suo contratto rischia di avere scadenze decisamente più impellenti. Perché a novembre inizia un Mondiale del quale Rabiot dovrebbe essere protagonista, la più grande delle vetrine possibili per mettersi in mostra.
TEMPI STRETTI - Difficile ad oggi immaginare che un calciatore capace di strappare tre anni fa un accordo da 7 milioni netti a stagione e di respingere la ricca proposta dello United sia disposto a trattare al ribasso per il nuovo accordo. L'unica soluzione attuabile dalla Juventus per conciliare le esigenze ribadite dal presidente Agnelli nella lettera agli azionisti dei giorni scorsi: la competitività sportiva e la sostenibilità economica. Allo stato dell'arte, Rabiot non rientra nei parametri futuri del club bianconero e a maggior ragione una prima parte di stagione su alti livelli e una convocazione per il Mondiale in Qatar non giocano a favore di Allegri. L'unico vero incrollabile sponsor del francese all'interno della Juve, anche in tempi non sospetti.