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    Allegri gioca a nascondino, Inzaghi no: Juve-Inter è già iniziata

    Allegri gioca a nascondino, Inzaghi no: Juve-Inter è già iniziata

    • Pasquale Guarro

    Percorso netto, a marcare la maturazione di una squadra che dopo essere caduta ha dimostrato di sapersi rialzare, dimostrandosi parecchio diversa rispetto a un anno fa. Da sosta a sosta con sei vittorie su sei partite a disposizione, l’Inter gioca a fare la schiacciasassi prevalendo nell’ordine a Torino, Salisburgo, Roma, Atalanta, ancora Salisburgo e infine Frosinone. Un calendario tutt’altro che semplice, un giro della morte che terminerà con Juventus e Napoli da affrontare al rientro dalla pausa, con il Benfica di mezzo, ma per fortuna al da Luz il risultato sarà ininfluente, perché vincendo in casa con la Real Sociedad i nerazzurri passerebbero comunque il girone da primi. 

    L’INTER È PIÙ MATURA - Ma c’è tempo, intanto bisogna godersi la crescita di una squadra che sta migliorando sotto il profilo della maturità. L’Inter di Inzaghi adesso sa vincere in tanti modi, anche lasciando inizialmente sfogare l’avversario. Qualità che in passato sembrava non appartenere ai nerazzurri, che sapevano vincere solo dominando e sprecando una serie infinita di palle gol.  Ecco, anche da questo punto di vista le cose iniziano ad andare un po’ meglio, certo, l’Inter non è il trionfo del cinismo e anche contro il Frosinone qualcosa è andato sprecato per strada, ma rispetto al passato si sbaglia meno sotto porta. E poi c’è quella difesa, la migliore del campionato, così come l’attacco, d’altronde. 


    TESTA AL 26 NOVEMBRE - 29 gol fatti e 6 subiti, onore e merito a Simone Inzaghi che si trova di fronte al migliore inizio della sua carriera. “Se questa è la mia Inter più forte lo dirà solo il tempo”, aveva detto il tecnico nerazzurro dopo Salisburgo, ma intanto sul bilancio parziale non ci sono dubbi, anche se nel calcio si viene giudicati ogni settimana e il banco di prova del 26 novembre è tutt’altro che banale. La partita di Torino contro la Juventus non significherà scudetto per nessuna delle due, il percorso è ancora lungo ma tenersi dietro i bianconeri sarebbe l’ennesima dimostrazione di forza per la squadra di Inzaghi. Al contrario, perdere lo scontro diretto significherebbe offrire alla Juventus ancora maggiori consapevolezze, con la possibilità di lavorare tutta la settimana sul singolo obiettivo. Vantaggio che Allegri fa finta di ignorare, ma che conosce molto bene, nonostante non perda occasione per consegnare all’Inter la palma di favorita

    PROVOCAZIONI - Provocazioni che però Inzaghi non raccoglie, anche perché finora le risposte al tecnico della Juventus le ha sempre fornite Marotta e così è stato anche ieri sera e nel post partita contro il Frosinone, Inzaghi ha dovuto solo ribadire: “Contro la Juventus sarà una partita importante,  sappiamo cosa rappresenta per tifosi e società. Come mi pongo di fronte al ping pong Marotta-Allegri? Io ascolto quello che dicono, chiaramente Marotta ha più esperienza rispetto a tutti quanti noi. Quello che auguro alla mia squadra è di giocare più partite possibili come è accaduto l’anno scorso, poi il tempo e il campo diranno chi andrà più lontano ma tutte le squadre affronteranno delle difficoltà durante il percorso e quello sarà il momento decisivo in cui bisognerà essere bravi tutti quanti insieme”. Il tecnico nerazzurro non si nasconde e per l’ennesima volta evidenzia il percorso europeo dei suoi. E ha ragione a farlo, perché se oggi esiste un’Inter più forte nella consapevolezza, è anche grazie a quella finale Champions raggiunta e giocata alla pari contro il City. È cresciuta l’Inter ed è cresciuto anche Inzaghi. 


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