Allegri e Prandelli: così Cassano è tornato grande
E meno male che, dopo il pareggio con il Genoa, Massimiliano Allegri era stato criticato dai soliti saccentoni. Era reo di non avere vinto a Marassi, pur essendo stato costretto a cambiare il centrocampo per 9 volte nelle prime 11 gare del 2011. A superare una durissima emergenza infortuni perdendo di nuovo Pirlo venerdì pomeriggio quando il campione bresciano sembrava definitivamente recuperato. Come se il primato in classifica, la qualificazione agli ottavi di Champions League e alla semifinale di Coppa Italia non bastassero per affermare che, comunque andrà a finire al termine della stagione, il tecnico toscano ha già vinto la sua sfida al debutto sulla panchina del Milan. Il poker all'irriconoscibile Parma, letteralmente frantumato dalla corazzata rivale, esalta ancora una volta Ibrahimovic (anche se stavolta è rimasto a secco) e Robinho. Ma ciò che conta, stasera, è rivedere la stella di Cassano, al primo gol con la maglia del Milan suggellato dai due assist per il brasiliano. Allegri e Prandelli (Dortmund docet), ciascuno a modo proprio e nel rispettivo ambito, hanno restituito al calcio italiano il giocatore più ricco di talento. Il Milan ha lanciato un messaggio forte e chiaro alle concorrenti. In serata, il Napoli ha risposto alla grande. Roma battuta all'Olimpico per la prima volta dopo quasi 18 anni, settima vittoria esterna, Cavani pazzesco con i suoi 27 gol segnati nelle 35 gare giocate fra campionato e Coppe, Cavani che in campionato ha già raggiunto quota 20 quando Diego Armando Maradona, nei primi due tornei di A con la maglia partenopea, di reti ne aveva realizzate complessivamente 25. Numeri che danno l'idea dello stato di grazia in cui vive l'uruguaiano, 24 anni da compiere il giorno di San Valentino e dell'impressionante potenza della sua squadra. Se mai qualcuno avesse nutrito ancora qualche dubbio, da stasera è ufficiale: il Napoli è da scudetto. Aspettando Juve-Inter per capire se Leonardo proseguirà la rimonta, la Roma rotolata a -13 dal Milan merita l'onore delle armi, ma, stavolta, Ranieri ci ha messo del suo: Totti e, soprattutto Menez, inizialmente in panchina, sono stati un lusso che i giallorossi non si potevano permettere. Implacabile, il Napoli ha sovrastato gli avversari andando a cento all'ora e martellandoli sulle fasce sino a quando non hanno ceduto per manifesta inferiorità. Peccato per il saloon fra Rosi e Lavezzi, condito da sputi reciproci: una macchia di antisportività su una partita bella, ma a tratti troppo bulla. Nel sabato di Cassano, Robinho e Cavani, tutti in piedi per applaudire la fantastica rovesciata di Wayne Rooney che ha pietrificato il City di Mancini e si è già consegnata alla leggenda del calcio. Un gol così, si segna soltanto in paradiso. Onore a questo straordinario ragazzo di 25 anni che con il Manchester United ha giocato 294 partite segnando 134 reti. L'ultima è stata divina.