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Allegri e il futuro: 'Non vorrei fermarmi. Roma e Real? Vado dove c'è la situazione giusta'
ROSA IMPORTANTE - "Devi fare delle scelte per il bene della squadra. Alla fine hanno giocato tutti. Abbiamo fatto 37 formazioni differenti, un po' per infortuni e un po' per la gestione delle partite. Non scordiamoci che la squadra ha fatto durare 30 partite il campionato. Non è stato facile, l'abbiamo reso noi così. Vincere è difficile, l'ottavo poi non era semplice. Lascio un'ottima squadra con ottimi calciatori, pronta a rivincere il campionato e a rifare una grande Champions. Ce l'ha nella testa, nelle gambe, nell'autostima. Tutti siamo cresciuti. C'è stata una crescita costante, diciamo che la spensieratezza dovrà essere la forza per la Champions".
SODDISFAZIONE GIGANTE - "Ho chiesto di finire con una grande partita, c'era da celebrare perché 8 scudetti non è semplice. Cinque sono tantissimi, più in là mi ricorderò di aver fatto un gran gol".
PRIMO PENSIERO - "Io faccio, indipendentemente dalla possibilità di allenare, valutazioni tecniche sulla squadra. Mi arriva il divertimento e la voglia di allenare. Se non sono convinto, e me lo chiedevo ogni anno, cerco di capire come farla giocare in un modo diverso. Io se non mi diverto, smetto. Non sono un abitudinario. Mi annoio. Devo trovare qualcosa di diverso in me. Se non sono me stesso, difficilmente faccio un buon lavoro".
IL CICLO - "Io avevo parlato col presidente dopo l'Ajax, c'era l'idea di andare avanti. Nell'ultimo mese, poi le cose nascono in un modo e la riunione n'è un esempio, abbiamo parlato di tutto. Come dice Pavel è difficile da migliorare. Ho capito che per il bene della Juve era giusto finire, la società ha preso giustamente questa decisione. Poi magari a ottobre eravamo con delle problematiche e non ne uscivi. Va bene così".
IL BAGAGLIO - "Molto più semplice. Sono stato fortunato e Pirlo può confermare: ha giocato nel Milan e nella Juve, così come ho io allenato lì. Ho imparato in entrambi i luoghi. Ho imparato il dna del Milan e quello della Juventus, che aveva la mentalità opposta a quella di Berlusconi".
ROMA - "Da Boston, Pallotta? Speriamo non si sia fatto male, cascando... No, adesso abbiamo ancora giorni di lavoro. Mi fermerò un po', poi. Anno sabbatico solo se non c'è la situazione giusta, altrimenti vado. Real? Ha Zidane, ha vinto tre Champions. Parlare di altre non ha senso. Sono felice di aver lavorato alla Juve. Bisogna scegliere al meglio".
RAGIONE - "Mi è stato comunicato venerdì mattina. Il perché? Non me lo sono chiesto, forse non c'è. C'è una decisione della società. Dalla riunione di venerdì sera, sapevo che non sarei stato l'allenatore della Juve. Non perché me l'avevano detto".
GIAMPAOLO - "Giampaolo in studio, se diventa allenatore della Juve? Non ha bisogno di consigli. Alla Juve si fa presto, t'immedesimi nell'ambiente. E in qualsiasi ambiente capisci dove sei, sennò fai un disastro. Più piccoli o più grandi che siano. Ti faccio i complimenti, annata straordinaria. Se si giocasse venerdì per andare in vacanza..."