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    Allegri deludente quanto Pirlo. La Juve è brutta e vincente perché è l'unico credo che conosce

    Allegri deludente quanto Pirlo. La Juve è brutta e vincente perché è l'unico credo che conosce

    • Giancarlo Padovan
      Giancarlo Padovan
    Brutta è stata brutta. Ma, se fosse solo per questo, ce ne sono state anche di peggio, di vittorie della Juventus nei campi d’Italia e d’Europa. Eppure sono queste le partite che piacciono ad Allegri. Lui odia i complimenti (non si sa chi, quest’anno, abbia trovato il coraggio di farglieli, ma tant’è) e vuole solo vincere, come se il modo non fosse anche un mezzo. Aveva previsto una partita brutta ed è stato così, anche se la vittoria, come spesso capita in Italia, fa passare in secondo piano i giudizi sulla prestazione.

    Tuttavia a Cagliari (1-2) l’allenatore della Juve si è superato. Perché questa volta ha vinto con i cambi che aveva preparato e ha rinviato. Qualcuno lo chiama intuito, qualche altro botta di fortuna. Fatto sta che, se poco dopo il 60’, l’allenatore avesse provveduto ad attuare i suoi piani, togliendo Dybala e Arthur per inserire Kean (dicesi Kean) e Bernardeschi, assai probabilmente la Juve sarebbe tornata da Cagliari con un pareggio di latta, anzichè con tre punti d’oro.

    Cosa è successo per fargli cambiare idea? E’ successo che l’argentino e il brasiliano, entrambi in netta ripresa dopo un avvio agghiacciante (entrambi colpevoli sul gol del Cagliari), stavano giocando bene e hanno proseguito facendo meglio. Non ci voleva un’aquila per accorgersene, ma, chissà perché, Allegri aveva deciso di toglierli. Per sua fortuna Dybala è rimasto in campo fino a quando ha fornito l’assist vincente a Vlahovic (75’), mentre Arthur è addirittura arrivato al 94’, cioé alla fine.

    Tutto ciò premesso, il risultato è giusto (anzi, ci stava almeno un altro gol per la Juve) e i bianconeri, pur rinculanti nell’ultimo quarto d’ora (gli ultimi nove minuti con la difesa a cinque), hanno meritato il successo. La domande sono le solite: contro la quart’ultima in classifica, frullata da quattro sconfitte consecutive (ieri la quinta), è lecito vincere solo spremendo situazioni al limite? È accettabile, dopo il vantaggio, abbassarsi di venti metri e, pur non concedendo agli avversari alcuna occasione, farli venire in area con mezza squadra?

    Sono convinto che almeno una buona metà dei tifosi juventini la pensino come me e che, a prescindere dall’epilogo della stagione, il ritorno di Allegri sulla panchina bianconera sia stato deludente almeno quanto l’inopinato azzardo di Pirlo. E’ vero che quest’ultimo ha potuto contare su trenta gol di Ronaldo, ma è altrettanto vero che da gennaio, alla Juve, è arrivato Vlahovic, il capocannoniere della serie A, il cui primo tiro in porta, a Cagliari, è stato registrato al minuto 68.

    Troppo spesso il serbo è abbandonato a se stesso e, anche ieri, l’unico in grado di servirlo a dovere è stato Dybala, cioé il calciatore che l’anno prossimo sicuramente la Juve non avrà. Come già detto, però, prima di entrare in partita nella ripresa, Dybala si è macchiato della colpa di aver perso il pallone nella metacampo avversaria e di essere caduto a terra senza la possibilità di rincorrere Marin, che glielo aveva strappato. Arthur, invece, anziché affrontare il centrocampista avversario, è arretrato fino all’interno della propria area, consentendo a Joao Pedro di battere di destro dal limite, fulminando Szczesny.

    Da lì in avanti, pur ai ritmi blandi del campionato italiano, si è vista solo la Juve. Prima (19’) con un tiro di Danilo, corretto da Zakaria e parato da Cragno. Poi (23’) con un gol di Pellegrini, annullato dal Var, per tocco con il gomito di Rabiot, che ha provocato veementi proteste bianconere. Dalla mezz’ora alla fine del primo tempo, Cagliari alle corde. Cragno ha parato su Dybala (34’) e Cuadrado (44’). Ma nulla ha potuto (45’) quando, da azione d’angolo, ancora il colombiano è sgusciato in area e ha pennellato per la testa di De Ligt che ha messo dentro in controtempo.

    Fuoco di paglia ad inizio di ripresa: gol annullato per fuorigioco a Chiellini su assist, non esattamente volontario, di Dybala. Grande conclusione di Dybala (alta) su apertura millimetrica di Chiellini. Il gioco delle coppie. Poi il nulla. Riempito dalle sostituzioni del Cagliari (58’, Rog per Dalbert; 66’ Gaston Pereiro per Pavoletti) e dalle intenzioni, presto rinnegate, di Allegri di togliere Dybala e Arthur. Così (68’) prima è entrato Bernardeschi per Rabiot e poi, ma solo dopo il gol di Vlahovic, Kean per Dybala (80’).

    Se l’argentino sia stato stimolato dal possibile cambio, non so dire. Certo è che, nel giro di due minuti, ha fornito due palloni a Vlahovic in piena area. Sul primo, di destro, il serbo (73’) ha chiamato Cragno ad un pronto intervento. Sul secondo (75’), dal contrasto con Altare e, forse, da un tocco di punta di Vlahovic, è nata una traiettoria beffarda che è terminata in rete.

    Il Cagliari, che aveva organizzato una partita eminentemente difensiva, sarebbe dovuto crollare. Invece con Keita Balde per Deiola e Obert per Lykogiannis, si è buttato nella metacampo avversaria con qualche furore. Allegri è corso ai ripari togliendo Cuadrado (l’unico contropiedista) e buttando in campo Bonucci. Con sofferenza, la Juve ha retto. E si è messa in tasca la brutta vittoria che Allegri aveva auspicato. Contento lui, non tutti lo sono.

    :(actionzone)

    IL TABELLINO
    Cagliari- Juventus 1-2 (primo tempo 1-1)

    Marcatori: 11' p.t João Pedro (C), 45'p.t de Ligt (J), 30' s.t Vlahović (J)

    Assist: 11' p.t Marin (C), 45' p.t Cuadrado (J)

    Cagliari (3-5-2): Cragno; Carboni, Lovato, Altare; Bellanova, Marin, Deiola (34' s.t Keita Baldé), Dalbert (13' s.t Rog), Lykogiannis (34' s.t Obert); João Pedro, Pavoletti (21' s.t Pereiro). All. Mazzarri

    Juventus (3-5-2): Szczęzny; Danilo, de Ligt, Chiellini; Cuadrado (41' s.t Bonucci), Zakaria, Arthur, Rabiot (24' s.t Bernadeschi), Pellegrini, Dybala (35' s.t Kean), Vlahović. All. Allegri

    Arbitro: Daniele Chiffi di Padova

    Ammoniti: 8' s.t Lykogiannis (C)

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