Allegri vicino alla Roma: Milan, tra Seedorf e Inzaghi rispunta Van Basten
Caos sull'esonero di Allegri.
Berlusconi, lettera in tv: "Cambi tecnici e societari".
Arriva subito la smentita, ma Max è al capolinea.
Biscardi si dichiara portavoce del presidente del Milan ed è bufera.
Allenatore furioso, Galliani spiazzato. Il presentatore: "Tutto vero".
Grandine, mattina e sera. Piove ghiaccio mentre Massimiliano Allegri esce da Coverciano dopo la lezione agli studenti allenatori. È diretto a Livorno dove lo aspetta il figlio più piccolo, Giorgio. Grandina ancora la sera, quando al Processo Aldo Biscardi legge una lettera di Berlusconi che in pratica esonera Allegri. Dopo 17 minuti di stupori e verifiche, arriva la smentita ufficiale sul sito del Milan. Il meteo continua a saltellare qua e là, come il barometro del suo futuro. La Roma è ottimista, ma Allegri potrebbe anche rifiutare di risolvere consensualmente il suo contratto con il Milan, e prendersi un anno sabbatico con stipendio rossonero. I fatti degli ultimi giorni potrebbero rendere l'addio piuttosto amaro, dopo tre anni di lavoro che Allegri, e non soltanto lui, considerano più che buoni.
Giallo - La presenza telefonica di Berlusconi al Processo, tribuna usata in altre situazioni importanti tipo l'annuncio che Kakà sarebbe restato per sempre al Milan (appunto) era stata annunciata nei giorni scorsi. Ieri nel pomeriggio si era invece diffusa la notizia di una rinuncia: il padrone del Milan, irritato per gli ultimi risultati rossoneri (un terzo posto contestato non gli basta), avrebbe accolto i consigli dei suoi collaboratori ed evitato di parlare. Ma Berlusconi, si sa, è pirotecnico, quindi nessuno si è stupito quando Biscardi, giornalista da sempre vicino al padrone del Milan, ha comunicato che avrebbe letto un suo messaggio. Nel quale il presidente si prendeva i meriti della risalita (metodo classico, non stupisce neppure questo) e concludeva: «Ti prego di riferire le mie parole alla lettera, che ho predisposto già da domani un riassetto completo dei quadri tecnici e anche, se ci fosse bisogno, di più efficiente e completa riorganizzazione societaria». Boom: un esonero via Biscardi non si era mai visto ed è quanto di meno ortodosso si possa immaginare.
Telefonate - Parte il giro delle telefonate: Allegri sta tornando da Livorno a Milano e reagisce abbastanza freddamente, forse perché ormai è abituato a quelle che definisce «le battute del presidente». Galliani, che continuava a tessere per ricucire lo strappo e trovare una soluzione conveniente per tutti, avrebbe potuto bloccarsi impietrito, ma conoscendo Berlusconi da una vita si mette subito a caccia di un'altra verità. Parla con il presidente, annuncia un contro-comunicato di smentita. Et voilà, in 17 minuti queste parole compaiono sul sito ufficiale del Milan: «Il presidente onorario Berlusconi comunica di non aver rilasciato, nella giornata odierna, nessun tipo di dichiarazione o di aver scritto alcuna lettera avente per oggetto il Milan». Questa volta, il comunicato viene approvato da Berlusconi personalmente di persona, come scriverebbe Camilleri. E quello di ieri sera è un po' un giallo e un po' una farsa, con Allegri immusonito da una parte, Berlusconi determinato dall'altra, Galliani in mezzo. Prima a mediare, poi a capire le ultime indiscrezioni cercando il salvabile.
Finale amaro - Che i duellanti non si stiano simpatici, lo sa l'a.d. meglio di chiunque altro. Galliani ha tentato di trovare una soluzione onorevole fino alla fine. Ora, lettera o non lettera, si potrebbe anche finire ai ferri corti. Allegri è tornato a Milano nella notte. Galliani aveva annunciato un vertice per domani, ma il futuro è già qui e aspettare mercoledì sarebbe inutile. Nella giornata erano passate tante voci, dall'irritazione di Berlusconi alle mediazioni di Galliani alle analisi della stagione di Barbara Berlusconi al silenzio composto di Allegri, che per ultimo dirà la sua. Si era parlato di una proposta di rinnovo condizionato al passaggio del preliminare di Champions League che avrebbe forse potuto convincere l'allenatore. Perché le alternative ad Allegri sono poche, per questo Galliani ha seguito una linea coerente cercando di confermarlo. Poi è scoppiato il parapiglia. E certe battaglie, fra battute e smentite (anche se Biscardi ha confermato parola per parola la veridicità della lettera), uccidono qualsiasi diplomazia.
Clarence piace a Berlusconi, Pippo a Galliani: Marco potrebbe mettere tutti d'accordo...Seedorf o Inzaghi per la successione. E c'è Van Basten.
Adesso la domanda che tutti si fanno è: ma se Allegri andrà via, chi sarà l'allenatore del Milan della prossima stagione? Una domanda legittima alla quale è difficile dare una risposta, perché Adriano Galliani si è sempre rifiutato di prendere in considerazione l'ipotesi di un addio di Allegri ed è sempre stato sicuro di riuscire a convincere Silvio Berlusconi a dargli un'altra possibilità e Max a convivere con le stravaganze del suo presidente.
Silvio vota Seedorf - Secondo Galliani non esiste un'alternativa sufficientemente credibile ad Allegri. Esistono però dei candidati che soddisfano alcuni requisiti, anche se magari non rispondono perfettamente all'identikit del tecnico del Milan. Per esempio Donadoni, che al momento non è ancora stato contattato. Il tecnico del Parma in quanto ex ha il pedigree rossonero ma non sembra avere il profilo che piace alla società, nel senso che non è sufficientemente mediatico per i gusti di Berlusconi. Non a caso il preferito del presidente è Clarence Seedorf, colto e intraprendente. Il problema però è che l'olandese non ha il pieno gradimento di Galliani, in più ha un altro anno di contratto con il Botafogo (che lo paga bene) e soprattutto secondo la Federcalcio italiana non ha requisiti per allenare, perché il corso che sta seguendo online, organizzato dalla Federcalcio olandese, non sarebbe conforme alle regole italiane.
Inzaghi piace a Galliani - Galliani preferirebbe Filippo Inzaghi, attuale tecnico degli Allievi Nazionali del Milan che l'anno prossimo verrà promosso in Primavera. Pippo sarebbe gradito anche ad Ambrosini e compagnia (sempre che il capitano resti: ieri era Londra per parlare con il West Ham) sta facendo molto bene con i giovani ma ha appena iniziato il suo percorso e si corre il rischio di bruciarlo.
Uniti da Van Basten - Un nome che metterebbe d'accordo Galliani e Berlusconi potrebbe essere quello di Marco van Basten, che però non ha avuto grande fortuna come allenatore finora. Un altro allenatore sul mercato al momento è Rafa Benitez, sondato anche da altri club (il Napoli per primo) che potrebbe piacere perché ha molta esperienza internazionale ma ha anche un ingaggio troppo alto. Per il momento non ci sono altri candidati. A meno che Galliani non abbia un asso nella manica.
Oltre al rossonero, piacciono anche i tecnici dell'Atletico Madrid e del Liverpool.La Roma lo aspetta, ma valuta Simeone e Rodgers.
Da una notte che, se non si parlasse di calcio italiano, sarebbe da definire semplicemente grottesca, la Roma ne esce con la convinzione che Massimiliano Allegri sia ad un passo. Qui sopra potete leggere i tormenti dell'allenatore livornese, ma di certo la società giallorossa riceve dalla giornata una iniezione di autostima, visto che la vicenda Mazzarri l'aveva in qualche modo segnata. Le perplessità dell'ex tecnico del Napoli sull'avventura giallorossa (poche certezze sugli investimenti e troppi dirigenti intorno) avevano infatti fatto riscrivere le strategie romaniste, che ieri però potrebbero avere trovato un punto di approdo. Senza però certezze assolute, visto che ancora si agitano i fantasmi di altri allenatori qualora arrivassero nuovi stop.
Sogno Mancini - Se Benitez è un allenatore assai stimato (e contattato) così come Bielsa (contattato anche lui), i nome nuovi come Mister X sono Brendon Rodgers del Liverpool ed un personaggio noto per il calcio italiano: Diego Pablo Simeone. Potete immaginare come il 43enne tecnico dell'Atletico Madrid — in passato sulle panchine di Racing, Estudiantes, River Plate, San Lorenzo e Catania — fresco vincitore della Coppa del Re a spese del Real Madrid, possa avere come «problema» agli occhi della tifoseria il fatto di essere stato una bandiera della Lazio, cosa che a Trigoria naturalmente sarebbe di difficile metabolizzazione. La stima, comunque, c'è tutta.
Baldini & logo - Di sicuro al presidente Pallotta che, dopo una serata d'incontri milanesi, oggi arriverà a Roma, il lavoro non mancherà. S'infittiscono infatti le voci che vogliono a breve un colloquio con Baldini che porterebbe a un divorzio consensuale, ma la società nega. Di certo un chiarimento ci sarà. La Roma, però, non nega che domani, in occasione della visita dal Papa, sia presentato un nuovo logo. Possibile un restyling del «lupetto».
Marquinhos & Stek - I titoli di coda li lasciamo all'accordo raggiunto per l'adeguamento di Marquinhos (un milione più premi) e a quello tra Stekelenburg e il Fulham (4 anni, 2 milioni a stagione). Basteranno 4 milioni per le casse giallorosse e l'addio sarà consumato.