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    Allegri all'ultima spiaggia: pronto Tassotti, poi Guardiola o Spalletti

    Allegri all'ultima spiaggia: pronto Tassotti, poi Guardiola o Spalletti

    Il tecnico del Milan non deve perdere il 20 ottobre a Roma con la Lazio se no verrà esonerato.
    Allegri, ultima chiamata: la svolta all’Olimpico o panchina a Tassotti.
    Parlano sempre, questo è vero. Parlano tanto, ma non sempre per dirsi cose piacevoli. Per esempio, lunedì il dialogo fra Adriano Galliani e Massimiliano Allegri è stato franco, ma non del tutto cordiale. Nel senso che l’amministratore delegato del Milan ha espresso al tecnico il suo disappunto in maniera decisa. Galliani ha chiesto al tecnico di trovare una soluzione e di farlo presto, possibilmente già contro la Lazio alla ripresa del campionato. La fretta, questa volta, deve essere amica della precisione e dell’accuratezza. Se all’Olimpico sabato 20 alle 20.45 non si vedesse un miglioramento, nel risultato ma soprattutto nel gioco, Allegri rischierebbe ancora.

    Confronto - L’allenatore-fachiro vive questa situazione da mesi e ormai si è abituato a chiodi e carboni ardenti, ma è proprio l’abitudine e l’assuefazione ai risultati negativi che Galliani vuole sconfiggere. In pubblico, il dirigente ha difeso ancora una volta in maniera decisa il tecnico che lui stesso ha scelto, ma le parole pronunciate in Lega da Galliani fanno intuire quello che ha detto in privato: "Siamo da primi posti", questa la dichiarazione pubblica di Galliani, "Allegri trovi la soluzione". Per i calci piazzati sempre fatali, per lo scarso rendimento di Robinho e Boateng, per alcuni cambi considerati non particolarmente azzeccati, scelte da non ripetere in futuro. Ma ci sarà un futuro? Lo spartiacque avrebbe potuto essere il derby, e le decisioni cervellotiche di Valeri hanno fatto da salvacondotto per Allegri. Dopo una sconfitta consumata fra le polemiche arbitrali, salvarlo era ancora possibile e Galliani ha ricacciato indietro i falchi che avrebbero voluto la testa del tecnico. Invece di esonerarlo gli ha allungato la vita milanista, ma a questo punto pretende che una scossa arrivi. Con o senza un pizzico di fortuna, come è successo in Champions.

    Svolta - Vincere o comunque far bene all’Olimpico per tirarsi fuori dalle secche. La parola esonero non è stata pronunciata nel colloquio di lunedì, ma è evidente che Galliani si aspetta una virata, e con lui se l’aspetta Berlusconi. Dopo Udine, Galliani aveva riunito la squadra nello spogliatoio per chiarire i propri pensieri e rafforzare la posizione di Allegri. Due giorni fa, faccia a faccia e con una classifica sempre più nera, l’amministratore delegato ha provveduto a motivare in maniera veemente l’allenatore. Adesso sta a lui lavorare a fondo in questi giorni di sosta, cercare di correggere gli errori in difesa, mettere sotto pressione chi finora ha dato assai meno di quanto ci si aspettasse anche in una stagione difficile. Le attenuanti ci sono e Galliani è il primo a saperlo, ma ha bisogno di avere risposte. Ha bisogno di una ripartenza contro una squadra in salute come la Lazio per rafforzare la posizione di Allegri anche agli occhi di Berlusconi.

    Traghettatore - La squadra finora è stata compatta e soprattutto il gruppo dei senatori rema per Allegri con grande energia. Chissà se basterà per far risalire le quotazioni del tecnico. Se le cose non funzioneranno, è pronto il traghettatore più esperto: Mauro Tassotti, il vice di Ancelotti e di Leonardo prima di Allegri, chiamato in passato a sostituire anche Zaccheroni, in tandem con Cesare Maldini. Questa volta, Tassotti sarebbe solo. Con un problema grande, ma che nessuno al Milan ritiene irrisolvibile.

    Berlusconi vuole l'ex allenatore del Barça, ma servirebbero investimenti per 80 milioni.
    Guardiola-Milan: contatti continui, poi c'è Spalletti.
    Contatti frequenti, ma per il futuro: il rapporto fra Pep Guardiola e il Milan in questo momento può essere riassunto così. Ci sono state telefonate anche molto recenti con l’entourage dell’ex allenatore del Barcellona, che si è concesso un anno sabbatico con la famiglia a New York e non ha intenzione di cambiare programma. Ma per la prossima stagione sarebbe pronto a tornare in pista. Magari a Milanello, sempre che la famiglia Berlusconi (sono Silvio e Barbara gli sponsor dell’operazione Pep per il rilancio) siano tanto bravi da convincerlo.

    Investimenti - Il problema non è tanto l’ingaggio del tecnico, al quale sarebbe già stato offerto uno stipendio che è più del doppio di quello percepito da Allegri (sotto contratto fino all’estate 2014), ma la struttura della squadra. Un vero progetto di rilancio con Guardiola necessiterebbe di un investimento di almeno 80 milioni, cifra improponibile al momento per una società che persegue prima di tutto il pareggio di bilancio. A favore del Milan giocherebbe la moglie di Guardiola, Cristina, che si occupa di moda, ha un negozio molto noto a Barcellona e tornerebbe volentieri a vivere in Italia dopo il periodo a Brescia. Sarà abbastanza per convincere l’allenatore più titolato degli ultimi anni ad accettare l’incarico al Milan? Berlusconi ci crede e il lavoro diplomatico è già cominciato.

    Passione Spalletti - Resta l’insormontabile, per ora, scoglio economico: la famiglia potrebbe essere interessata all’ingresso di capitali stranieri con la stessa formula usata dall’Inter per i partner cinesi (prima lo stadio, poi il resto),manon c’è nulla di concreto all’orizzonte. E quindi, anche se Guardiola resta il primo obiettivo, secondo quanto riportano fonti vicine a Berlusconi, il Milan dovrebbe pensare anche ad altre soluzioni. In attesa della maturazione di Inzaghi, non si vedono allenatori di casa che possano essere adatti e pronti per giugno: il club rossonero quindi potrebbe rivolgersi nuovamente a Luciano Spalletti, con il quale aveva già flirtato prima della partenza del tecnico toscano per la Russia. Spalletti piace perché fa giocare un buon calcio, essenzialmente d’attacco, e perché è considerato un buon maestro di calcio anche per giocatori giovani. E’ rimasto a lungo a Roma e anche a San Pietroburgo: segno che può funzionare in un progetto a lunga scadenza che è ciò che serve al Milan per tentare una ripartenza vera. Spalletti potrebbe liberarsi alla fine della stagione russa, anche se il suo contratto è ancora valido, e gli eccellenti rapporti di Berlusconi con i vertici della Gazprom potrebbe favorire un divorzio anticipato. Spalletti ha dichiarato anche la settimana scorsa, alla vigilia della partita con il Milan, di voler restare in Russia. Ma in Russia ha già raggiunto il top, vincendo tutto quello che poteva vincere. Forse un cambiamento fra pochi mesi farebbe bene anche a lui.


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