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Alle origini del miracolo Giordania, l'occhio del ciclone della guerra in finale di Coppa d'Asia
FATTA LA STORIA - La notizia dalla quale partiamo non sarà sfuggita ai più: la Nazionale della Giordania ha battuto la Corea del Sud per 2-0 e ha guadagnato per la prima volta nella propria storia l'accesso alla finale di Coppa d'Asia. Un risultato strepitoso, specie se si pensa che i giordani non erano mai andati oltre i quarti di finale del 2004 e del 2011. E dire che gli uomini del ct Ammouta sono stati ad un passo dall'eliminazione, sia ai gironi, chiusi come una delle migliori terze dietro al Bahrein e proprio ai sudcoreani (unica vittoria contro la Malesia), sia agli ottavi di finale, superati con una rimonta mozzafiato nel recupero contro l'Iraq, da 1-2 a 3-2. Ai quarti, che sembravano una chimera, l'altrettanto sorprendente Tagikistan si è arreso solo a causa di un autogol. Ad Amman, la capitale, punto d'incontro tra il deserto e la fertile valle del fiume Giordano, è già una festa incontenibile, con voli straordinari allestiti in fretta e furia (ed euforia) per Doha, la sede qatariota della finale del torneo.
IL TABELLONE DELLA COPPA D'ASIA

CHI SONO I CALCIATORI DELLA GIORDANIA? - In realtà il segreto di questa squadra, composta per lo più da giocatori convocati dal campionato locale (solo 12 squadre) sta nell'organizzazione e nella conoscenza calcistica del suo allenatore; ma non mancano, come in tutti gli organici, gli elementi che spiccano a livello tecnico. Tra questi non si può non citare Mousa Al-Tamari, 26 anni, esterno d'attacco che gioca nel Montpellier, in Francia: è l'unico che milita in Europa. Il secondo cannoniere è Yazan Al-Naimat, attaccante dell’Al-Ahli di Doha, proprio la città in cui si deciderà l'assegnazione della Coppa. Per la verità, Al-Naimat sarebbe solo il secondo bomber giordano per importanza e peso specifico, ma Hamza Al-Dardour, miglior marcatore della storia della sua Nazionale, è stato allontanato per via di tensioni con lo staff tecnico dopo i quarti di finale. Poco male: proprio Al-Tamari e Al-Naimat hanno firmato la vittoria in semifinale.
IL BOSS - E veniamo al tecnico, il marocchino Hussein Ammouta: 54 anni, modesto ex centrocampista, ha avuto ben più fortuna in panchina guidando il Wydat Casablanca, la Nazionale marocchina fino al 2022 e poi il FAR Rabat, prima di accettare l'incarico da parte della Giordania. La sua autorevolezza gli è valsa il soprannome di “Qayid”, il boss. E la sua influenza sul gruppo è tale che Al-Tamari, in conferenza stampa, ha dedicato la finale non solo al suo coach, ma anche a tutto il popolo del Marocco: "Quest'uomo ci ha insegnato la mentalità vincente". La Corea del Sud, in semifinale, è stata letteralmente dominata, con 12 tiri a 3, 4 a 0 in porta. Anche Jurgen Klinsmann, noto tecnico avversario, ha voluto complimentarsi: "Il lavoro che hai fatto è straordinario", le parole rivolte al collega a fine match.
LA STORIA DEGLI HUSSEIN - Era destino che un uomo di nome Hussein facesse la storia della Giordania anche nel calcio. Proprio oggi si celebrano i 25 anni dalla scomparsa di Husayn bin Talal, noto come Re Hussein di Giordania, l'uomo che ha cambiato il destino del Paese introducendo l'obbligo dell'istruzione primaria, dando un impulso fondamentale all'economia ed arrivando alla pace con Israele nel 1994. Suo figlio, Abdullah Hussein, sta proseguendo il lavoro e si fa vedere spesso sugli spalti degli stadi dove gioca la Nazionale, allenata, abbiamo detto, da Hussein Ammouta.Jürgen Klinsmann to Ammouta: "The work you have done is extraordinary"@soka25east pic.twitter.com/cJlKkSjZic
— Collins Okinyo (@bedjosessien) February 7, 2024
Ma non solo: Hussein è anche Aymen, il bomber dell'Iraq che stava per mandare a casa la Giordania agli ottavi di finale, ma alla fine, indirettamente, l'ha fatta vincere: suo il gol del momentaneo 2-1, festeggiato imitando Al-Naimat che a sua volta in occasione del vantaggio aveva finto di mangiare il Mansaf, piatto tipico. Seconda ammonizione per comportamento antisportivo ed espulsione, quindi la rimonta nel finale, con due gol oltre il 90', dei giordani. Avversario della finale (sabato 10 febbraio alle 16) il Qatar padrone di casa, che ha battuto l'Iran del futuro interista Taremi e del romanista Azmoun per 3-2. Anche in questa finale c'è un tema politico: il Qatar sostiene la causa palestinese, la Giordania no. Nessun Hussein nella rosa qatarina, ma Afif, Almoez Ali e compagni partiranno da favoriti. Un altro pronostico, l'ultimo, da ribaltare per la Giordania dei miracoli.