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Alex Morgan e il gesto del tè: evviva i sani sfottò e le prese in giro
Eh, sì, lo capiamo. Stavolta ha davvero superato i limiti! Che ha fatto la Morgan, dopo aver segnato il gol della vittoria, di tanto riprovevole da meritare rampogne planetarie? Ha mostrato i genitali? Squadrato al cielo il dito medio? Imbracciato un metaforico ombrello?
No. Niente di tutto questo. Dopo aver giustamente esultato per il gol, ha mimato il più british dei gesti: ha portato alle labbra un’invisibile tazza di tè. Come dire: semplice, bello, buono come una tazza di tè. C’è anche chi ci ha voluto vedere nientemeno che una citazione del famoso “Boston Tea Party”, accaduto il 16 dicembre del 1773. Quel giorno, un gruppo di giovani coloni americani rovesciò in mare casse di the provenienti dall’Inghilterra, per protesta contro l’eccessivo e continuo innalzamento delle tasse britanniche. Comunque si consideri, si tratta di un colto o minimo, non certo strafottente, sfottò, che non è andato giù agli inglesi, ma neanche agli “sportivi” di mezzo mondo, indignati per questa sobria presa in giro.
Ecco: l’eccesso di politically correct che crede di opporsi al becerume infamante e invece, in qualche modo, lo sdogana. O meglio ci fa sentire costretti tra la Scilla dell’ipocrisia e la Cariddi della volgarità senza ritegno, che così viene contrabbandata (e tristemente nobilitata) come sincerità.