Juventus, Alcaraz 'alla De Paul', la soluzione per colmare il gap con l’Inter
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CENTROCAMPISTA SÌ, MA DI CHE NATURA? - Alcaraz arriva in Italia con l’aura del giocatore duttile. “Ha fatto addirittura la punta in questa stagione”, “ha giocato esterno, oltre che mezzala e trequarti, nonché mediano…” Questo mix, di nuovo, richiama vagamente la duttilità tutta argentina del campione del mondo Rodrigo De Paul. Tuttavia Alcaraz, di cui la Juventus apprezzerà senz’altro la duttilità, non arriva a Torino per insidiare Locatelli o per metterglisi accanto, e men che meno per togliere certezze agli attori in fascia o alle punte, che già stanno facendo bene. Per caratteristiche, dovrebbe essere qualcosa di più della “funzione (peraltro utilissima al momento) McKennie”. Dunque non risiede nella duttilità l’elemento distintivo per cui è stato preso. Punto primo è un centrocampista offensivo. Ma di che natura? Sento parlare di accostamenti a Nainggolan, accostamenti a Vidal. Questi paragoni nascono dal fatto che è un centrocampista col temperamento da invasore (come si evince dalle immagini sopra e sotto, tratte da Southampton-Leicester).
Se c’è da buttarsi nello spazio di là da una linea difensiva altissima, Alcaraz non ci pensa due volte, non sta lì ad attendere la sponda sui piedi. Questo significa che ha letture da invasore, e i tempi e la gamba per poterlo fare. Una mezzala-trequarti del genere può sfruttare al massimo le ripartenze e i break di una squadra come la Juve, che spesso decide di difendere bassa per colpire in contropiede. Osservate qui sotto la sua reattività sulla palla recuperata da Ward-Prowse contro il Nottingham Forest.
E naturalmente anche la corsa a campo aperto, per offrire al compagno Adams in conduzione il decisivo tre contro due. Ma il Ninja e Vidal, come paragoni, sono ancora troppo poco “argentini”, se permettete.
SE LAUTARO FOSSE… - Per riprendere la provocazione d’apertura e restituirle un senso più concreto, prendete questa contrapposizione del Southampton alla costruzione dal basso dell’Arsenal. Arteta usa l’espediente del falso terzino citando due volte Guardiola, ovvero anche con l’interprete utilizzato: Zinchenko. A noi però interessa il comportamento difensivo intuitivo-reattivo di Alcaraz, in risposta a questa situazione tattica precisa. Prima che il portiere Ramsdale faccia qualcosa, Alcaraz raccoglie informazioni dal contesto, girando la testa verso l’ucraino. Non è passivo mentalmente in una situazione relativamente statica. Altri giocatori si accontentano di stare sul proprio uomo (Thomas in questo caso). Ma Alcaraz è sveglio e astuto come un Lautaro…
O come un De Paul, se vi infastidisce tanto accostare le mele con le pere. Quanti intercetti del genere abbiamo visto fare a De Paul…
E qui veniamo alla qualità del calcio, supportata dall’idea notevole di incrociare questo tiro con davanti l’avversario. Eccola la componente “argentina” che salta fuori in questo mix di astuzia, aggressività, creatività e qualità.
LA “SOLUZIONE ARGENTINA” - La scommessa è dunque la seguente: un centrocampista offensivo, con gamba da invasore, predisposto al sacrificio e con spunti creativi. Un giocatore che all’occorrenza potrà forse agire anche da seconda punta, proprio come talvolta è successo con Miretti, in particolari emergenze o situazioni tattiche. A lui si chiederà di colmare quel gap di creatività e tecnica che separa ancora il centrocampo bianconero da quello nerazzurro, così abbondante di fosforo. A lui si chiederà anche quell’ultimo passaggio che la Juve attende ancora dal ritorno di Pogba…
Alcaraz saprà fare un po’ il Vidal un po’ il De Paul? Troppo leggeri o leziosi ad Allegri non sono mai piaciuti a centrocampo. Ecco perché “la soluzione argentina” sembra ideale. E adesso ditemi che questo filtrante non ricorda quelli di Rodrigo…