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    Alcaraz a un passo dalla storia: 'l'altro Nadal' tra successi e record

    Alcaraz a un passo dalla storia: 'l'altro Nadal' tra successi e record

    • Christian Deiuri
      Christian Deiuri
    La finale dello US Open che vedrà opposti il giovane spagnolo Carlos Alcaraz e il norvegese Casper Ruud determinerà, oltre ad un nuovo vincitore Slam, anche il primo posto nel ranking ATP. Vincendo, Alcaraz diventerebbe il più giovane numero 1 di sempre: con i suoi 19 anni e 4 mesi andrebbe infatti a scalzare Lleyton Hewitt, che nel 2001 raggiunse la vetta a 20 anni e 8 mesi; anche in caso di sconfitta quindi, lo spagnolo avrebbe ancora più di un anno di margine per fare suo il record. E siamo sicuri ci riuscirà. 

    Che il tennista murciano fosse un predestinato si sapeva già da qualche anno, almeno dal 2018, quando non ancora quindicenne conquistò i primi punti ATP, secondo in questa speciale classifica di precocità soltanto – guarda un po’ – a Rafa Nadal (che ha però impiegato “ben” 22 anni per diventare numero 1).
    Ad impressionare maggiormente è la rapidità dell’ascesa di Alcaraz: il suo 2022 è stato un crescendo di vittorie e soddisfazioni, e l’eventuale vittoria Slam sarebbe solo la ciliegina su una torta fatta di successi e record. A febbraio è arrivato il primo ATP 500 sulla terra di Rio de Janeiro, mentre sul cemento americano si è prima fermato in semifinale contro Nadal a Indian Wells, per poi vincere il suo primo Masters 1000 a Miami in finale proprio contro Ruud. A ruota sono arrivati anche i successi in patria, prima a Barcellona (500) e poi a Madrid (1000), e di conseguenza anche l’ingresso in top10 in classifica. Classifica che ha continuato a scalare fino a issarsi al 4° posto pre US Open. 

    Due elementi saltano all’occhio guardando la breve carriera del murciano. Il primo è la freddezza nelle finali: prima di questa estate infatti lo score era 5-0 una volta arrivati all’atto conclusivo di un torneo, il tutto senza concedere set ai suoi avversari (tra i quali giocatori talentuosi e più scafati come Zverev e Carreño Busta). Una statistica questa che è stata recentemente “macchiata” dai due talenti azzurri del momento: Lorenzo Musetti prima (nell’ATP 500 di Amburgo) e Jannik Sinner la settimana successiva ad Umago. 

    Il secondo elemento è la capacità di incidere subito in tornei di alto livello. Bisogna andare indietro fino al Nadal teenager per trovare un giocatore così giovane in grado di imporsi in un Masters 1000. E proprio con Nadal i paragoni si sprecano: oltre a condividere la precocità e la nazionalità però, dentro il campo lo stile tra i due è differente; Alcaraz ha un gioco più offensivo e potente rispetto al maiorchino, e una varietà di colpi di cui il Nadal dell’epoca ancora difettava. A unirli piuttosto è quell’esuberanza fisica e atletica attualmente senza eguali, che gli permette di arrivare su ogni pallina anche quando il punto sembra ormai perso – come ben sa Sinner, capitolato dopo oltre 5 ore nei quarti dello Slam americano in uno dei match più entusiasmanti degli ultimi anni, e con cui sta nascendo una rivalità che promette scintille negli anni a venire. 

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