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Albertini per CM: 'Ecco l'Europeo che mi aspetto, Zaza sarà la rivelazione'
SORPRESA ZAZA - Tra le favorite alla vittoria finale vedo tre squadre su tutte: Francia, Germania e Spagna hanno qualcosa in più delle altre. La nazionale di Deschamps potrà sfruttare il fattore casa, come già successo nell'Europeo dell'84 e nel Mondiale del '98. E in più ha tanti giocatori di talento. La Germania, poi, è molto solida. Viene dal trionfo in Brasile e può aprire un ciclo come quello della Spagna degli anni scorsi. A proposito della squadra di Del Bosque, dopo tante vittorie sarà interessante vedere come riusciranno a integrarsi il gruppo dei nuovi e quello dei giocatori più esperti, che è l'aspetto più complicato per una nazionale. Non ci sono più due leader come Xavi e Puyol, Casillas è reduce da qualche stagione difficile e Iniesta ha 32 anni. Io vivo spesso l'ambiente spagnolo e anche loro mi hanno sempre detto che hanno buoni giocatori, ma non sanno se saranno una squadra. Vedo poi il Belgio, una nazionale ricca di talenti e frutto di un movimento che è cresciuto molto negli ultimi anni. Per tante volte è stato dato come la possibile sorpresa, oggi è il momento delle risposte: deve affermarsi. Italia e Croazia, invece, potrebbero essere le rivelazioni del torneo. E sono curioso anche di vedere all'opera l'Inghilterra: una nazionale giovane, che guarda anche al futuro e per il prossimo Mondiale sarà molto competitiva. A livello individuale, faccio un nome su tutti: Simone Zaza. È un giocatore che a me piace molto, mi auguro possa essere la vera sorpresa di questo Europeo. Ho sentito che in molti lo paragonano allo Schillaci di Italia '90. Con le dovute proporzioni, a me Zaza ricorda più Christian Vieri: forza fisica, piede sinistro. Io lo considero un grande calciatore, starà poi a Conte scegliere chi mandare in campo.
LE INSIDIE - Un altro elemento interessante sarà dato dal fatto che per la prima volta nella storia non parteciperanno le solite 16 squadre, ma 24. Un cambiamento che può portare tante novità anche a livello tecnico. Penso per esempio a nazionali come Islanda e Albania, che sono alla loro prima esperienza, e saranno avversari ostici: di quelli che io non vorrei mai affrontare. L'Italia, quando si trova di fronte a squadre di questo livello, pensa sempre di avere vinto in partenza. Queste sono realtà che spesso non arrivano in fondo, ma hanno un senso di appartenenza per il loro Paese straordinario. Per loro far bene all'Europeo può voler dire far bene in una singola partita, mentre per nazionali come Italia, Germania, Francia e Spagna significa vincere la competizione. Per noi ogni partita è una battaglia, un tassello, mentre per loro è una guerra.
I MIEI EUROPEI - Un piccolo ricordo dei "miei" due Europei: Inghilterra '96 e Belgio-Olanda 2000. Nella prima esperienza avevamo una squadra forte, che giocò abbastanza bene. Perdemmo in dieci contro undici la partita con la Repubblica Ceca e contro la Germania, nella sfida decisiva, non riuscimmo a vincere nonostante lo meritassimo. Nel 2000 invece partimmo con delle critiche feroci: avevamo perso l'ultima amichevole prima dell'Europeo, contro la Norvegia, giocando male. Questo aiutò il gruppo a compattarsi tra veterani e giovani di talento, la generazione che poi vinse il Mondiale del 2006. C'erano Del Piero, Inzaghi, Cannavaro, Nesta, Totti e Zambrotta, gente con una ventina di partite con la maglia azzurra. Di quello spogliatoio, però, facevamo parte anche io, Maldini, Ferrara, Di Livio, Di Biagio e Pessotto, giocatori con qualche anno e tanta esperienza in più. Nel momento di difficoltà i giovani seguirono i più esperti. Alla fine giocammo un Europeo straordinario: ci criticavano per il gioco, ma vincemmo tutte le partite, compresa la semifinale contro l'Olanda ai rigori, fino alla finale. E lì sappiamo tutti com'è andata. La sconfitta con la Francia al golden gol è la più grande delusione calcistica della mia vita. Una ferita che mi ha fatto molto male, più del Mondiale del '94 o di qualche finale di Champions League persa.
ALLERTA TERRORISMO - Concludo con una riflessione sull'atmosfera che si respira all'Europeo, il torneo più difficile da giocare, anche più del Mondiale. È un grande dispiacere vedere una festa dello sport vissuta con grandi timori, come quelli relativi alla sicurezza. Conoscendo questo ambiente, fa male veder serpeggiare questa paura.