Albania, De Biasi: 'E pensare che non volevo accettare. Rinnovo? Non sarà un problema'
In Albania è diventato un vero e proprio eroe. Per la prima volta la nazionale albanese si è qualificata ad un Europeo. Gianni De Biasi è stato il condottiero, insieme all'amico Paolo Tramezzani, delle Aquile, che hanno centrato un obiettivo storico. L'ex tecnico, tra le altre, di Modena, Udinese, Torino e Levante, ha parlato di questa sua impresa ai microfoni de la Gazzetta dello Sport: "Come è nata l'idea Albania? Tramite un procuratore albanese che vive in Italia. E pensare che io non volevo neppure incontrare i dirigenti federali: avevo appena chiuso male con l’Udinese, volevo una rivincita diversa e in Serie A. Poi ho capito che per fare un certo tipo di calcio bisogna essere al centro del progetto e spesso in Italia l’allenatore non lo è. Ed è cominciata la mia avventura a Tirana. Tramezzani? Fu il consiglio prezioso di un amico giornalista. Paolo è una persona straordinaria, un amico fidatissimo che ho imparato a conoscere in questi anni ed è ormai molto più che un braccio destro, è un altro me". TRA PASSATO E FUTURO - Poi spazio al passato, e in particolar modo ai rimpianti italiani, e al futuro: "L’unico rammarico della mia carriera resta Udine, dove non ho avuto la possibilità di lavorare: era una realtà ottima per me, ma non sono riuscito a spiegare che cosa sono e volevo fare. Non ne ho avuto il tempo. Contratto? Era rinnovato automaticamente in caso di qualificazione, ma avremo modo di riparlarne e ritoccarlo. Non sarà un problema. E del resto il primo ministro mi ha appena detto che è pronto a strappare il mio passaporto italiano per trattenermi a Tirana...". Infine, due parole sugli obiettivi all'Europeo: "La qualificazione dà speranza, dice che i sogni si possono realizzare, non restano solo obiettivi. Siamo cresciuti tanto, ma a certi livelli non sarà facile continuare: ci proveremo ancora".
