Calciomercato.com

  • Redazione Calciomercato
    Al Milan un Marotta non servirebbe, perché Cardinale non lo vuole

    Al Milan un Marotta non servirebbe, perché Cardinale non lo vuole

    • Gianni Visnadi
      Gianni Visnadi
    La tesi comune è che al Milan manchi soprattutto uno come Beppe Marotta. La verità è che il Milan dei fondi, uno come Marotta, proprio non lo vuole, non gli serve. Non è solo questione di algoritmi e moneyball sovrapposti alle regole del calciomercato tradizionale o alla gestione quotidiana della squadra. Zhang è entrato nel calcio in punta di piedi, quasi per volere del papà e del colosso economico che poi la crisi ha messo in ginocchio. Cardinale dopo un anno si paragonava a Berlusconi. Zhang ha fatto i debiti, ma ha già vinto, e molto. Cardinale finora ha vinto solo lo scudetto dei commercialisti, grazie al risanamento di Elliott, che la Procura di Milano peraltro sospetta essere ancora il vero padrone del Milan.

    È che in un club dove un presidente non di calcio come Scaroni si permette di irridere pubblicamente una leggenda del suo club come Maldini sono molte le cose che andrebbero interpretate. Oggi l’Inter festeggia, il Milan s’interroga. Siamo a maggio e Cardinale non ha ancora scelto l’allenatore del prossimo anno. Sperava di continuare con Pioli, poi i risultati si sono sommati all’evidenza: impossibile continuare e rispettare l’ultimo anno di contratto. Si cambia. E se davvero è l’insurrezione della piazza (social) a fargli cambiare idea su Lopetegui, non c’è di che stare allegri. Non era evidentemente un’idea che poggiava su basi solide. Vedremo la prossima.

    Marotta ha scelto due allenatori per l’Inter. Conte subito, poi Inzaghi dopo avere pensato anche ad Allegri. Li ha scelti lui, sfogliando le sue agende e le conoscenze e le esperienze. Li ha scelti e poi comunicati a Zhang, che peraltro da un anno fa il presidente da remoto. Dei risultati ottenuti non è nemmeno il caso di parlare, essendo cronaca. Al Milan l’allenatore deve soddisfare l’algoritmo, che pare la cosa più importante, piacere a Ibra, costare il giusto perché sennò sfora il budget di Furlani e poi superare il colloquio con Cardinale o forse tutte queste cose non necessariamente nell’ordine.

    Moncada ha l’età di Giroud, ai tempi di Boban guardava registrazioni e partite e suggeriva giocatori, l’anno scorso li ha proposti a Furlani, aiutandolo anche a trattare. Il Milan è la squadra che la scorsa estate ha speso di più, finendo per pagare 20 milioni uno come Musah. A Valencia ancora non ci credono. Adesso c’è Ibra, che ufficialmente è l’uomo di fiducia di Cardinale e non ha cariche nel Milan. Dovrebbe fare tutto, ma al momento sembra essere solo un totem piazzato in tribuna per rassicurare i tifosi. Non un Maldini, in ogni caso, non facciamo confusione per cortesia.

    Zhang vuole vincere e passare alla storia dell’Inter ed è stato bravo a scegliersi i collaboratori, primo fra tutti Marotta. Cardinale vuole fare del calcio un affare, perciò il piazzamento Champions è un traguardo e ha liquidato Maldini quando il suo uomo di calcio gli ha chiesto di alzare le ambizioni e gl’investimenti. Ha preso a pretesto un acquisto sbagliato (anche se Gasperini sta dimostrando che totalmente sbagliato non era) e cancellato 60 anni di storia famigliare. Tra un po’ tornerà a parlare e far parlare di stadio, lui che dice di volerli costruirli in tutta Italia e non risulta agli atti essere un costruttore edile. Uno come Conte, nel Milan di RedBird durerebbe sei mesi.

    Altre Notizie