Al Milan festeggiano un quarto posto regalato da una penalizzazione, al Bayern licenziano nonostante il primo
Giancarlo Padovan
Com’è lontana la nostra italietta pallonara, tutta petto in fuori e pancia in dentro, per le tre finaliste continentali, eppure così diversa dal modello del calcio dei grandi club europei. Sabato pomeriggio, in un’atmosfera grottesca e penitenziale, il Bayern Monaco si è laureato campione di Germania per l’undicesima volta consecutiva, grazie al suicidio collettivo del Borussia Dormund, più avanti di due punti in classifica, che ha mancato la vittoria sul Mainz. Eppure, alla vigilia della partita in trasferta con il Colonia, l’allenatore dei bavaresi, Tuchel, subentrato a superbino Nagelsmann, aveva fatto una dichiarazione di grande autocritica: "Anche se andasse tutto bene - aveva detto - e, quindi, per misteriosi disegni del calcio, dovessimo vincere il campionato, la nostra sarebbe stata una stagione deludente da tutti i punti di vista". Evidentemente il tecnico non era il solo a pensarla così se è vero, come è vero, che il ceo Kahn e il direttore sportivo Salihamidzic sono stati licenziati, uno prima e uno dopo, l’ultima e decisiva partita. Di più: a Kahn, la società ha anche vietato di partecipare alla trasferta di Colonia e ai festeggiamenti della squadra. Ascolta "Al Milan festeggiano un quarto posto regalato da una penalizzazione, al Bayern licenziano nonostante il primo" su Spreaker.
Ognuno è libero di trarre da questo apologo la morale che ritiene più opportuna. La mia considerazione è che, in Italia, non solo si salva e, a volte, addirittura si santifica chi arriva quarto in serie A, magari solo perché un altro club è stato escluso dai primi posti, ma addirittura c’è chi ha anche il coraggio di ritenerla una conquista di merito. Qualsiasi riferimento al Milan di Pioli, Maldini e Massara e del tutto voluto.