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'Aiuto, sono una calciatrice di Serie A, ma non posso avere il procuratore!'
sono una giovane calciatrice di Serie A. Vorrei tanto cambiare squadra e essere proposta all'estero dove il calcio femminile è più considerato che in Italia. Non riesco, però, a trovare un procuratore sportivo disponibile a darmi una mano. Ho cercato da sola di contattare alcune società francesi, tedesche e anche svedesi, ma nulla. Non sono stata proprio considerata. Si parla tanto di sviluppo del calcio femminile e, poi, alla resa dei conti, non riceviamo nessuna assistenza di tipo contrattuale. A differenza di quanti considerano i procuratori il male del calcio, io penso che possano dare un grande aiuto ai propri assistiti. E parlo con cognizione di causa, visto che il mio ragazzo gioca in una squadra di Serie C che gli ha trovato il suo agente. Personalmente ho contattato due procuratori che mi hanno risposto negativamente dicendomi che col calcio femminile non si guadagna nulla. A questo punto devo accontentarmi di giocare in Italia senza uno stipendio che mi garantisca di vivere di solo calcio. Questo è il mio destino! Grazie per l'attenzione. Calciatrice '97
Gentile Calciatrice '97,
il problema è a monte. Le calciatrici sono dilettanti e non professioniste, sotto il profilo dell'inquadramento giuridico. Ne deriva che una calciatrice non possa essere assistita da un procuratore sportivo, proprio per le norme federali (e non perché col calcio femminile si guadagna poco!). Questo almeno in Italia. Non si può parlare neppure di assistenza contrattuale, dato che le calciatrici al pari dei calciatori dilettanti percepiscono un rimborso spese e non uno stipendio. L'unica attività che potrebbe essere svolta a favore di una calciatrice riguarda la gestione dell'immagine per ottenere i conseguenti contratti di sponsorizzazione con aziende tecniche o generaliste. Il mio consiglio - se il suo intento è quello di andare a giocare all'estero - è di rivolgersi direttamente a manager stranieri operanti in federazioni dove il calcio femminile è professionistico, cioè, ad esempio, in Inghilterra, Francia, Germania e Paesi Scandinavi. In Italia è vero che il movimento del calcio femminile è in pieno sviluppo, ma rispetto ai paesi sopra citati di strada da fare ce n'è ancora molta.
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NB: nella foto di copertina c'è Barbara Bonansea, attaccante della Nazionale. Ovviamente non è lei la protagonista della lettera, anche perché la Bonansea è del 1991. L'abbiamo scelta come rappresentante eccellente del mercato femminile: in estate è stata protagonista del passaggio più importante del mercato italiano, dal Brescia alla Juventus.