Aic, Tommasi:| 'Basta calcio come guerra'
Stadi pieni quando il calcio «si prenderà meno sul serio e non vivrà più di esagerazioni. Ciò accadrà quando la smetteranno di vivere questo sport come se fosse una guerra».
Damiano Tommasi guarda al futuro del pallone italiano con rinnovata fiducia, nonostante tutto: l'ex giocatore, che ha ereditato da Sergio Campana la guida dell'Associazione italiana calciatori, ora da presidente Aic, in un'intervista sulle pagine sportive di Avvenire, parla a 360 gradi del movimento calcistico.
Partendo dal lungo braccio di ferro per la firma del contratto collettivo che lo ha visto protagonista l'estate scorsa. «Nessuno di noi vuole la guerra - dice Tommasi - Il problema è nella Lega di A, non si sa più quali possono essere gli interlocutori con cui confrontarsi. Tutte le società ragionano ognuna con la propria testa». Tommasi resta comunque ottimista: «Mi aspetto che ci si metta seduti a un tavolo e si sottoscriva un contratto collettivo che abbia le stesse finalità di quello firmato con la Lega di B. A noi sta a cuore la formazione dei calciatori. Il primo obiettivo dei presidenti non è il campo e il fare calcio, ma incrementare il business».