Agroppi: |'Aspetto un campione e il Filadelfia'
Aldo Agroppi, ficcante e pungente come al solito, regala sprazzi di ironia e contenuti forti alla vigilia di un Torino-Fiorentina che si annuncia ricco di motivi di interesse. L’ex centrocampista del Torino conosce bene entrambi gli ambienti per averli vissuti. Quello granata, per Agroppi, è una seconda pelle (8 i campionati giocati da protagonista in campo), in viola ha trascorso due stagioni da allenatore. «Ma le due esperienze non sono paragonabili. Il Toro per me ha rappresentato una vita, la gioventù, l’affermazione. Quello granata è stato il periodo più bello e ricco della mia esistenza. Il Torino, per il sottoscritto, è un po’ come la mamma. A Firenze invece ho lavorato da allenatore. Sono stato bene e ho ricevuto tanto. Ma è chiaro che ciò che mi lega al mondo granata è prioritario».
Prima di affrontare temi calcistici ci dica come sta?
«Ora bene. L’anno scorso ho avuto un infarto, ho visto la morte in faccia, brutta davvero. Ma la morte mi ha risparmiato. E allora adesso ringrazio Dio, la mia famiglia e... la morte che non mi ha voluto, forse perché è una mia tifosa».
Domenica la sfida dell’Olimpico. Come finirà?
«Per il mio Toro questa è una partita complicata. La Fiorentina di Montella è un brutto cliente, difficile da affrontare e imprevedibile. E allora noi faremo quel che potremo, puntando sulle nostre qualità e sul carattere».
Strateghi a confronto: Ventura contro Montella.
«Giampiero sa tutto del calcio. Ha capacità, carisma e personalità. E’ una persona poi che sa essere discreta. Conosce tutte le categorie ed ha un’esperienza ormai trentennale. Vincenzo è l’uomo nuovo ed è agli inizi della sua carriera da tecnico. E’ partito bene, speriamo continui così».
Generazioni a confronto...
«Ora scherzo un po’, tanto i due soggetti sono persone intelligenti e di spirito. Mi piacerebbe che Vincenzo, entrando in campo, salutasse così Giampiero: ciao nonno, come stai? Un saluto con slancio affettivo, anche perché i due non sono così diversi professionalmente come può sembrare».
Alla Roma hanno preferito Zeman a Montella...
«Meglio per Vincenzo e vi spiego perché. Roma è una polveriera, le tensioni sono altissime, quasi insopportabili. Montella non avrebbe avuto vita facile nonostante la sua prima, breve, esperienza sulla panchina giallorossa. Cresca e si fortifichi ancora un po’, poi magari potrà tornare. Ora sta bene a Firenze, in un ambiente più dolce, dove tutti gli vogliono bene».
Ma torniamo al Toro venturiano, che ne pensa?
«La squadra è quello che è. Non ci sono Graziani, Pulici, Zaccarelli, Claudio Sala... cioè fuoriclasse assoluti. Il confronto tra loro e i giocatori attuali è improponibile. Ma non è certo un reato non avere le qualità di un campione... E allora va bene così in attesa che prima o poi qualche giocatore di alto livello torni a vestire il granata. D’altronde ora la società non si può permettere calciatori dall’ingaggio pesante ma piano, piano, mantenendo la categoria, si può costruire qualcosa di importante».
Quali sono gli attuali granata che la intrigano?
«Beh, Ogbonna è un ottimo difensore. E mi piace Sgrigna anche se è un po’ anarchico. Cerci? Se avesse la mia testa avrebbe già vinto tre Palloni d’oro. Ha qualità da fuoriclasse ma a volte fa delle cose che non fanno neanche alla sagra della porchetta. E’ un grande “mezzo” giocatore. E’ troppo discontinuo, speriamo cresca».
Ai suoi tempi c’era l’imbarazzo della scelta...
«Vero. Ho giocato insieme e affrontato campioni assoluti. Oggi dall’estero arrivano calciatori spacciati per puledri di razza e che invece si rivelano dei ronzini. Allora come obiettivi, e molto prima di un ingaggio importante, Il derby? Nel loro nuovo stadio non sarà facile. Ai tifosi dico: basta cori contro Scirea, riferimenti alla tragedia di Superga e alla strage dell’Heyselavevo la Nazionale, battere la Juventus e onorare la maglia del Torino. Una maglia che deve responsabilizzare chiunque la indossi perché magari altre squadre avranno vinto di più ma solo una è entrata nel mito: quella granata».
Il suo sogno granata qual è?
«Prima di morire vorrei vedere di nuovo in funzione il Filadelfia. E vorrei fare il sindaco di Torino proprio per erigere “il tempio”. L’attuale sindaco tifa Juve, per cui mi aspetto poco in tal senso».
Il derby è imminente.
«Lo stadio nuovo della Juve è una forza in più per loro. Temo che non ce la faremo ma i miracoli a volte accadono... Piuttosto mi piacerebbe che i tifosi si dessero una regolata. Basta sentire da parte bianconera cori che fanno riferimento alla tragedia di Superga e basta ascoltare da parte granata cori con riferimento alla strage dell’Heysel o contro Scirea. Basta!!! Basta con queste manifestazioni di stupida inciviltà. E ai dirigenti dico basta con l’ipocrisia. L’ultimo pensiero? Beh, forza Toro!».