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    Agnelli e Conte, dal 'ristorante da 10 euro' ai messaggi per tornare alla Juve: storia di un amore diventato odio

    Agnelli e Conte, dal 'ristorante da 10 euro' ai messaggi per tornare alla Juve: storia di un amore diventato odio

    • Gianluca Minchiotti
    Antonio Conte e la Juve. Antonio Conte e Andrea Agnelli. Un amore che si è trasformato per diventare, se non odio, almeno insopportazione. Fortissima insopportazione reciproca

    IL RISTORANTE DA 10 EURO - Fu Agnelli in persona a scegliere Conte come nuovo allenatore della Juve nel 2011, dopo due settimi posti e dopo che il tecnico scelto da Marotta, Gigi Delneri, aveva fallito. Arrivarono tre scudetti a suon di record, quelli della rinascita bianconera, ma anche una scarso rendimento in Europa. Poi, i primi scricchiolii, con l'ormai famosa frase del tecnico salentino sul budget per il mercato e le ambizioni della Juve: "Con 10 euro non si mangia in un ristorante da 100". Una frase mai digerita da Agnelli e che mai è stata perdonata a Conte. E poi nel luglio del 2014 dalle frasi si passò al durissimo confronto che portò alle improvvise e clamorose dimissioni di Conte, sostituito in fretta e furia da Massimiliano Allegri, che continuò e migliorò il ciclo vincente.  

    AGNELLI NON LO HA MAI PERDONATO - Da quel momento, fra Conte e la Juventus c'è stato un progressivo e a quanto pare irreversibile allontanamento, che è sfociato nel clamoroso scambio di invettive di ieri sera, in occasione della semifinale di ritorno di Coppa Italia fra Juve e Inter. Nel corso degli anni sono stati numerosi i punti di attrito, dal "C’è sempre la Juventus di mezzo, mi remano contro", pronunciata dal Conte ct della Nazionale, fino ai rumors che periodicamente hanno riavvicinato Conte alla panchina della Juve. In particolare, si fa riferimento al momento in cui il club torinese, terminata l'avventura con Allegri, decise di intraprendere un nuovo percorso. Si parlò allora di un interesse per Conte, il quale aveva sì un pre accordo con l'Inter, accordo che però, di fronte a una chiamata da Torino, sarebbe stato disposto a stracciare. In realtà, in quel periodo, la parte della dirigenza bianconera - Paratici e Nedved - che avrebbe assecondato il ritorno di Conte, si trovò di fronte al netto 'no' di Agnelli, che non ha mai perdonato a Conte il peccato originale, quello di non aver mai creduto che la Juve potesse crescere così tanto in questi anni, fino a potersi permettere uno dei due giocatori più forti del mondo. E così la Juve scelse Maurizio Sarri. 

    I MESSAGGINI E LA RABBIA - Altro giro, altro no: estate 2020. I rumors riferiscono addirittura di un Conte che manda messaggini ai giocatori della Juve per informarsi sul futuro di Sarri e della panchina bianconera. Ma anche in questo caso, Agnelli non prende minimamente in considerazione questa ipotesi e decide in prima persona di scegliere Andrea Pirlo come nuovo allenatore della Juventus. Nel corso della stagione poi Conte non perde occasione, in conferenza, di citare la Juve come esempio di organizzazione e di spirito vincente, da emulare. Ma la rabbia cova, da entrambe le parti. E alla prima occasione esplode

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